La nomina di Elsa Fornero a consulente tecnico del governo Draghi per la gestione del Pnrr e, probabilmente, anche per il post “Quota 100” a fine 2021 è un boccone amaro per il leader della Lega, Matteo Salvini, che proprio sul superamento della legge di riforma delle pensioni che porta il nome della neonominata consulente (già ministro al welfare del governo Monti) ha fatto una lunga battaglia, facendo approvare “Quota 100”, un provvedimento clientelare similmente al grillino Reddito di cittadinanza, che ha ridotto in parte i requisiti per andare in pensione.
Alla fine del 2021 “Quota 100”, a differenza del Reddito, termina la sua efficacia e bisogna studiare le soluzioni per evitare o limitareuno scalone di ben 6 anni per andare in pensione che scatta alla mezzanotte del 31 dicembre. Probabilmente alla Fornero sarà chiesto di dare una mano, anche se sono in molti a nutrire sospetti di un bis, visto che la legge Fornero torna a rivivere.
Comunque sia, anche “Quota 100” non ha soddisfatto tutte le promesse fatte da Salvini, ad iniziare dal fare entrare nel mondo del lavoro quei 3 giovani per ogni pensionato anticipato. Ma neanche sul fronte dei pensionandi il successo c’è stato, con circa la metàdelle risorse stanziate effettivamente impiegate: forse le penalizzazioni previste dal provvedimento per chi anticipa la pensione rispetto alla norma ordinaria erano ritenute troppo onerose.
Per “Lo Schiacciasassi” il tema delle pensioni dovrebbe essere affrontato seriamente dal governo, in quanto con l’entrata in pieno vigore delle pensioni contributive rispetto a quelle retributive, a fronte di un giusto innalzamento dell’età di pensionamento complice anche l’allungamento dell’età media delle persone, l’ammontare medio delle pensioni è destinato a ridursi in modo sostanzioso, specie per quelle tante persone che hanno un’attività discontinua e con bassi redditi. Sarebbe giusto (e anche doveroso) attivare una solidarietà trasversale tra coloro che sono già andati in pensione con trattamenti economici decisamente superiori al montante versato con coloro che invece vanno in pensione senza alcuna integrazione pubblica, magari prevedendo un’integrazione minima sociale per tutti i futuri pensionati con il contributivo per rimpinguare le magre pensioni.
Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.
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