Nonostante l’incertezza a livello globale provocata dalla pandemia da Covid-19, da tempo le aziende stanno rivedendo e aggiornando le proprie strategie di crescita con una rinnovata consapevolezza del ruolo che i nuovi modelli operativi rivestono e il rinnovato LEF di San Vito al Tagliamento ne è la pratica concretizzazione.
La conquista di un vantaggio competitivo tramite la trasformazione digitale riguarda tanto le persone quanto la tecnologia e richiede cambiamenti a tutti i livelli dell’organizzazione. Gli obiettivi sono molteplici: costruire una maggiore solidità, innovarsi più rapidamente, soddisfare in modo più puntuale le esigenze dei clienti e, non da ultimo, formare e coinvolgere maggiormente la forza lavoro.
LEF è un esempio unico nel suo genere in Italia, una “fabbrica modello” realizzata nel 2011 da Confindustria Alto Adriatico (già Unindustria Pordenone), McKinsey & Company e altri partner chiave del territorio, tra cui il Consorzio Ponterosso di San Vito al Tagliamento dov’è insediata la struttura fisica e la Camera di commercio di Pordenone – Udine.
Inserito nella rete internazionale dei Digital Capability Center di McKinsey, LEF è un modello evolutosi costantemente a cui aziende nazionali e internazionali (ogni anno vengono formate circa 200 organizzazioni) si ispirano per migliorare in maniera sostanziale la propria performance attraverso la formazione “sul campo”.
Secondo il vicepresidente di Confindustria per il capitale umano, Giovanni Brugnoli, LEF è la «esaltazione di quando impresa, personeal centro e istituzioni riescono a dialogare in una maniera propositiva e prodromica al cambiamento del nostro Paese. Qui il pensiero non si è fermato al 2011, ma ogni anno c’è stato un cambiamento, d’altra parte esso è nel DNA dell’imprenditore che fa delle modifiche del proprio processo produttivo un mantra da seguire accanto alla formazione, che deve essere adeguata allineata a questo cambiamento. Essere sinergici, in questo momento, è un fatto molto positivo – ha aggiunto Brugnoli – e a me fa molto piacere che la formazione stia ritornando nelle prime pagine del dibattito politico. Perché anche in anno pandemico com’è stato il 2020, con una flessione dell’8,8%, le imprese italiane non sono riuscite a reperire oltre 80.000 tecnici specializzati. La mia preoccupazione – che visto quel che avviene qui in Friuli Venezia Giulia va scemando – è che, se quest’anno supereremo il 5% di crescita, dove troveremo i talenti? LEF può e deve essere un modello di acceleratore, di riqualifica professionale».
Parlando più ampiamente del digital gap nella pubblica amministrazione, tema ripreso anche dal presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, Brugnoli ha detto che «il 75% dei docenti italiani ha un’adeguatezza digitale non proprio adatta al momento. Dobbiamo intercettare il cambiamento nella scuola, farlo proseguire nel mondo del lavoro e aggiornarlo costantemente. Siamo indietro con le classifiche dei laureati, soprattutto nelle lauree STEM, siamo indietro per quanto riguarda i super diplomati degli ITS: abbiamo 20.000 iscritti, i tedeschi 800.000, i francesi 500.000. Dobbiamo recuperare questo gap, facciamo più corsi invece che più fondazioni. Bisogna creare i corsi adatti alle categorie merceologiche, a beneficio di tutta la catena di fornitura».
Da “fabbrica modello” ad “azienda digitale modello”, la LEF ospiterà il più integrato Digital Innovation Hub al mondo, permettendo ai partecipanti dei corsi di sperimentare una trasformazione digitale di tutti gli aspetti organizzativi dell’azienda e di applicare soluzioni tecnologicamente avanzate lungo l’intera catena del valore: dall’ufficio acquisti e progettazione, fino alla logistica e al supporto post-vendita. Le aziende potranno esplorare, testare e mettere in pratica le ultime tecnologie digitali integrate con nuovi modelli di lavoro centratisulle persone, qualunque ruolo queste ricoprano all’interno delle organizzazioni.
La collaborazione con SMACT Competence Center 4.0 consentirà inoltre di sviluppare i rapporti con la ricerca e l’ecosistema dell’innovazione, arrivando a dimostrare progettualità avanzate come il gemello digitale (“digital twin”) manifatturiero.
Grazie a un investimento particolarmente significativo, pari a oltre 11 milioni di euro, di cui 4 milioni finanziati dalla regione Friuli Venezia Giulia e dal Consorzio Ponterosso – la zona industriale di San Vito al Tagliamento in cui la fabbrica modello è insediata – e più di 7 milioni da partner e fornitori tecnici, LEF ha triplicato le proprie dimensioni (3.000 mq complessivi), la dotazione tecnologica e ampliatol’offerta formativa coprendo tutti i processi aziendali in ottica “end 2 end”.
La meticolosa pianificazione dei lavori attuata dalla stessa LEF, avvenuta durante la pandemia impiegando tecnologie innovative come la “torre di controllo digitale” – per seguire gli stati di avanzamento e individuare in modo automatico gli scostamenti tra il modello BIM e gli “scan” del costruito –, ha consentito di ridurre i tempi di realizzazione del 39%.
Le aspettative di Confindustria Alto Adriatico e McKinsey sono in linea con l’elevato standing di LEF: formare ogni anno in presenzaoltre 500 organizzazioni e 6.000 partecipanti, che potranno arrivare fino a 10.000 con l’erogazione dei corsi da remoto.
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