I termini “maschio” e “femmina” potrebbero essere abortiti anche nel mondo dell’elettronica: questa la proposta della Professional Audio Manufacturers Alliance (Pama), associazione statunitense dei produttori di materiale audio, una delle maggiori del settore a livello mondiale, secondo cui è necessario cambiare denominazione per non offendere la sensibilità degli utilizzatori e, forse, degli stessi cavi audio con le suddette terminazioni con jack.
Per baloccarsi con la neutralità del linguaggio, la Pama ha diffuso un sondaggio ai propri associati per raccogliere «suggerimenti su una terminologia alternativa e neutra» nell’ottica di «affrontare problemi di linguaggio e terminologia obsoleti, identificati come sempre più scoraggianti rispetto allo spirito di inclusione».
La guerra alla neutralità del genere fa un altro salto di qualità e ora coinvolge soggetti inanimati come gli spinotti utilizzati nel mondodell’elettronica di consumo e della musica. Spinotti o jack che per la loro foggia sono sempre stati denominati fin dalla notte dei tempi in “maschio”, destinato solitamente alla terminazione di un cavo, e “femmina”, destinato a quella parte della connessione destinata ad accogliere lo spinotto per effettuare il collegamento e la trasmissione del segnale elettrico.
Non solo: la Pama punta anche a fare tabula rasa delle denominazioni “master” (padrone) e “slave” (schiavo), comunemente utilizzati per indicare un rapporto tra dispositivi elettronici, tipicamente nel campo dell’informatica, in cui uno ha il pieno controllo dell’altro. Insomma, si vuole abolire lo schiavismo anche nel campo dell’elettronica dopo che è stata abolita tra umani americani 156 anni fa.
Che dire? Per “Lo Schiacciasassi” siamo dinnanzi all’ennesima polemica lessicale, dove si cambia l’apparenza per lasciare inalterata la sostanza, così come è accaduto nel passato con la parola “spazzino” sostituita dalla più altisonante “operatore ecologico”, nonostante si continui sempre a spazzare e pulire strade ed altre aree pubbliche o con “handicappato” con “disabile” o, più recentemente, con “diversamente abile”, nonostante il soggetto in questione abbia sempre un certo grado di deficienza, ops, di mancanza.
Intanto, la proposta della Pama americana è salutata con favore da alcuni produttori e perfino da un’organizzazione femminile di musiciste, evidentemente a disagio nel maneggiare questi aggeggi di forma fallica da inserire in fori che richiamano la loro vagina o, a seconda dei legittimi gusti, il forame anale.
Ecco coem la matita graffiante di interpreta la situazione.
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