Assemblea Assogasliquidi-Federchimica, conferma presidente Andrea Arzà

L'Assemblea ha indicato anche i vertici dei gruppi merceologici. Nel 2020 cala (-11,4%) il consumo di Gpl nonostante il suo contributo alla riduzione dell’inquinamento specie sui veicoli meno recenti. Preoccupazione per il piano europeo sul clima.

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Andrea Arzà confermato alla presidenza di Assogasliquidi.

Andrea Arzà è stato confermato presidente di Assogasliquidi-Federchimica per il prossimo triennio: lo ha deciso l’assemblea che ha anche indicato i presidenti dei gruppi merceologici; che sono Matteo Cimenti (presidente gruppo Gpl combustione), Marco Roggerone(presidente gruppo Gpl autotrazione) e Giacomo Fabbri (presidente gruppo Gnl).

«L’industria italiana del Gpl e Gnl è in grado di garantire un processo di decarbonizzazione che risulti sostenibile sia da un punto di vista ambientale che socio-economico» è il messaggio di Arzà che sintetizza la discussione dell’assemblea Assogasliquidi-Federchimica. «I rappresentanti politici nazionali ed europei dovrebbero supportare coerentemente la crescita del Gpl e del Gnl – sottolinea Arzà -. I segnali che arrivano dalla commissione Europea non sono positivi; sarebbe una sconfitta per il nostro Paese perché colpirebbe molte aziende e le circa 28.000 persone che ci lavorano».

Al contrario, prosegue Arzà se «le nostre imprese potessero investire con la sicurezza di non veder poi cambiare la strategia politica, i gas liquefatti accompagnerebbero la transizione energetica garantendo sostenibilità economica e sociale. E gli investimenti pubblicie privati consentirebbero di incrementare la produzione bio e rinnovabile».

Tra le proposte «l’introduzione di misure di sostegno per la conversione a gas del parco auto circolante euro 4 e 5, incentivi per l’acquisto di veicoli nuovi a basse emissioni, il mantenimento del principio di neutralità tecnologica»; nel trasporto stradale pesante è «necessaria la conferma delle misure di supporto all’acquisto dei mezzi, ma anche misure strutturali come la riduzione dei pedaggi autostradali per i veicoli alimentati a Gnl. Nella strategia delle imprese associate in Assogasliquidi è considerato centrale lo sviluppodella produzione di questi prodotti, BioGpl e BioGnl; già disponibili e già inseriti nella filiera complessiva, tanto da essere oggetto degli obiettivi fissati dal Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec)».

L’assemblea è stata anche l’occasione per fare il bilancio dei consumi di gas liquido. «Il fabbisogno di Gpl nel 2020 è stato stimato dal ministero per lo Sviluppo economico in 2.917.000 tonnellate, di cui 1.615.000 tonnellate per uso combustione e 1.302.000 tonnellateper uso autotrazione. Rispetto ai consumi registrati nel 2019 si è rilevata una diminuzione nell’impiego del Gpl – come consumo globale – pari all’11,4%, con una diminuzione del consumo del Gpl uso combustione pari al 1,5% ed una diminuzione pari al 21,2% nell’utilizzo del Gpl autotrazione – enumera Arzà -. Guardando al 2021, la ripresa coinvolge anche il nostro settore. I dati provvisori dei primi cinque mesidel 2021, riferiti allo stesso periodo del 2020, mostrano un consumo globale di Gpl pari a 1.270.000 tonnellate in aumento (+6,3%), ripartito in 774.000 tonnellate per uso combustione (+3,5%) e 496.000 tonnellate per uso autotrazione (+11%), dato, quest’ultimo, confermato da una netta ripresa delle immatricolazioni pari a +61,5%. Per quanto riguarda il Gnl, il 2020 conferma in pieno il trend evolutivo del prodotto sul mercato italiano, registrando un aumento della domanda del 23% rispetto all’anno precedente, attestandosi a circa 131.000tonnellate di prodotto».assogasliquidi

Il comparto del Gpl ha vissuto un anno e mezzo molto difficile con lievi segnali di ripresa nei primi cinque mesi del 2021; per questo settore, secondo Assogasliquidi, «risulta sempre più urgente una revisione delle politiche di incentivo all’utilizzo della biomassa negli impianti di riscaldamento domesticiin relazione alla necessità che le politiche ambientali coniughino gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 con quelli di miglioramento della qualità dell’aria».

Per quanto riguarda l’autotrazione, «a seguito dei provvedimenti di restrizione della mobilità delle persone, risulta invece molto più impattato come settore». Con circa 2,7 milioni di veicoli circolanti, il Gpl è la prima tra le alimentazioni alternative, rappresentando il 63% della flotta alternativa circolante ed un 7% del totale: nonostante ciò, «la crisi ha prodotto gravi perdite». Buone notizie per la distribuzione dove, «i punti vendita sono arrivati a 4.348 con un’ottima articolazione su tutto il territorio nazionale».

Per il Gnl «nel 2020 i consumi sono aumentati del 23% rispetto all’anno precedente nonostante la crisi pandemica, attestandosi su volumi pari a circa 131.000 tonnellate. Traino dell’incremento continua ad essere la domanda per il trasporto stradale (oltre 88.000 tonnellate, il 67% dei consumi totali). Rispetto al 2019, importante incremento anche dei consumi del trasporto marittimo (più che decuplicati). Per quanto riguarda l’infrastruttura di distribuzione, l’Italia è il primo Paese in Europa, con una rete di ben 102 punti vendita, seguita dalla Spagna con 67 distributori».

Nel corso del 2020 si è registrato «un marcato aumento depositi per distributori Gnl-Gnl, con un incremento di circa il 34% rispetto al 2019. E ancora di più cresce la flotta circolante terrestre con 3.000 camion immatricolati in Italia (+43%) e 500 mezzi transfrontalieri. Nei primi quattro mesi del 2021 si registra un boom delle immatricolazioni di autocarri con 706 nuove unità (+84%)».

Sul piano clima appena presentato dalla Commissione europeaFit for 55”, Arzà è netto: «non posso non esprimere la nostra preoccupazione per quanto arrivato dall’Ue. Non per l’aspetto industriale perché faremo quanto è nelle nostre capacità per indurre la politica alla ragionevolezza. Ma per gli impatti che queste misure possono avere sulla capacità di spesa dei cittadini e delle famiglie».

«Stiamo uscendo da una crisi e abbiamo davanti ancora un periodo duro – osserva il presidente di Assogasliquidi – in un momento come questo osservare una così poca sensibilità sociale da parte dell’Ue è una posizione che mi sento di definire un po’ utopica. Quando la politica non ascolta ricerca, università, e industria ci troviamo di fronte a decisioni che possono vanificare tutti gli sforzi fatti. Non solo. Ci mettiamo anche in una prospettiva per cui tutti i fondi non produrranno quei benefici attesi. Oggi il mio commento a caldo è assolutamente preoccupato, prima di tutto, da un punto di vista sociale».

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