Esportazione delle imprese venete: segnali ripresa dopo un 2020 in contrazione

Il sistema manifatturiero regionale regge e nel 2021 ha rialzato la testa.

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Monitor dei distretti industriali esportazioni delle imprese venete monitor dei distretti industriali

La capacità di esportazione delle imprese venete relativa al 2020 (pari a 59,8 miliardi di euro), secondo il rapporto dell’Ufficio Statistica della Regione, segna una prevedibile flessione (-8,2%), di poco inferiore al -9,7% nazionale. In un quadro generale che vede una contrazione complessiva dell’export, la flessione delle vendite estere venete risulta più contenuta e meno marcata e se i mesi primaverili del 2020 sono quelli che fanno registrare il dato peggiore, il secondo trimestre dell’anno segna l’avvio di un recupero, che riporta al valore dello stesso periodo del 2019.

Segnali incoraggianti per una ripresa dell’export arrivano dalle prime stime relative al primo trimestre del 2021 con l’esportazione delle imprese venete pari a 16 miliardi di euro e risulta in crescita di un +4,9%rispetto allo stesso trimestre del 2020, contro un +4,6% nazionale. A trainare sono le produzioni di metallo, le apparecchiature elettriche e meccaniche; con un sensibile aumento delle vendite verso Germania, Franciae Belgio.

I maggiori cali del fatturato estero si registrano nel Vicentino (-1,7 miliardi sul 2019), Padova (-1,3 miliardi), Treviso (-995 miliardi) e Belluno (-882 miliardi) ai quali si contrappone il risultato positivo di Rovigo (+490 milioni), derivante essenzialmente dal commercio di medicinali e preparati farmaceutici. Cali più contenuti, sotto ai 500 milioni di euro, si registrano nelle province di Venezia e Verona.

Vicenza comunque è prima per capacità di export (con una quota che supera di poco il 28% dell’intero fatturato estero regionale, pari a 16,9 miliardi), poi Treviso (21% del fatturato estero regionale), Verona (19%), Padova (15,4%). I settori più penalizzati sono la meccanica strumentale (primo settore dell’export veneto, con 11,6 miliardi nel 2020) con -10,5%, (-1,4 miliardi sul 2019, e che influenza negativamente anche comparto metallurgico, che registra -8,2%.

Rilevante il calo della moda, che pur restando il secondo settore dell’export veneto perde l’11,7% sul 2019 (fatturato 2020 a 9,5 miliardi). Battuta d’arresto anche per l’occhialeria e delle apparecchiature mediche: -23%, nel 2020, mentre l’agroalimentare tiene a -1,5% sul 2019, pari a 7,1 miliardi di euro. In controtendenzail comparto chimico, con un +5,4% sul 2019 (7,7 miliardi), dovuto agli scambi di medicinali e preparati farmaceutici, cruciali nel Covid.

Nell’Unione europea le contrazioni più rilevanti (-8,7%, e perdita di 3,5 miliardi sul 2019), in Asia centro-orientale -17,4%, in Medio Oriente -14,8%, in Africa -14,9% e in America Latina -16,1%. Nell’Ue il calo più significativo è stato verso la Spagna (-21,8% sul 2019), poi Regno Unito e Francia, rispettivamente con -11,4% e -8,1%. Contenuto il calo (-1,8%) dell’export verso la Germania che rimane ancora la principale destinazione dell’export veneto.

Nei mercati extra Ue, bene la Svizzera con +20,6% che la porta ad essere il quinto mercato di riferimento delle imprese regionali. L’export verso gli Usa, primo mercato extra comunitario e terzo assoluto per valore esportato dalle imprese venete, chiude il 2020 con -1,2%; le più rilevanti in Cina (-8%) e Russia (-6,8%).

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