Tra Croazia e Italia sta per scattare una guerra enologica sull’altare della denominazione Prosecco-Prosek, similmente a quanto è accaduto con il Tocai, con l’Italia – e il Friuli Venezia Giulia – soccombente nei confronti dell’Ungheria.
Ora tocca alla Croazia avanzare la richiesta all’Unione Europea del riconoscimento della denominazione Prosek a favore di un vino passito locale. Una richiesta in netto conflitto con il Prosecco italiano, che ha fatto scattare la reazione immediata del Consorzio di tutela, che chiede un passo indietro alla Croazia.
«Eravamo stati da tempo avvisati della questione da parte dei competenti uffici del ministero ma speravamo – sottolinea Stefano Zanette, presidente Consorzio Tutela Prosecco Doc – che la Commissione valutasse “in autonomia” e giudicasse irricevibile quella che a nostro giudizio è una palese provocazione. Irricevibile non soltanto perché palesemente evocativa della nostra Denominazione d’origine, ma soprattutto perché in grado di minare alla radice l’intero impianto delle Indicazioni Geografiche europee. Non a caso abbiamo ricevuto il sostegno e l’impegno a portare avanti la battaglia su questo fronte da parte delle più importanti denominazioni a livello mondiale».
Personalmente, aggiunge Zanette, «non ho alcun dubbio sul fatto che la questione si risolverà a nostro favoree costringerà la Croazia a fare un passo indietro. Ma il fatto stesso che si stia parlando di questa situazione rischia di costituire un precedente gravissimo. Non possiamo non sottolineare come risulti incredibile che, secondo la Commissione del Governo Croato, non si tratti di omonimia e non vi sia alcun rischio di confusione da parte del consumatore. Pare che la Croazia, in questo contesto, abbia dimenticato che “Prosek” è il nome sloveno della località di Prosecco che campeggia su tutti i cartelli stradali di accesso alla località triestina. Così come appare paradossale che qualcuno sembri aver dimenticato alcuni precedenti ancora vivi nella memoria di noi tutti».
Zanette tocca un tasto dolente del “prodotto in Italia” agroalimentare, le imitazioni: «come già sottolineato da più parti, è inaccettabile che una denominazione di origine possa diventare oggetto di tentativi di imitazione che arrecano un danno economico e di immagine. Ribadiamo che questa non è soltanto una battaglia a difesa della nostra Denominazione, ma un’azione che vuole andare a tutelare il concetto stesso di Denominazione di Origine». Senza trascurare il fatto che da imitazioni e simili il sistema agroalimentare italiano perde ogni anno circa 100 miliardi di mancato fatturato.
Sulla richiesta croata, gli europarlamentari italiani di Lega e Pd hanno annunciato il loro impegno a tutelareil Prosecco italiano.
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