Il M5s, almeno così come lo abbiamo conosciuto, sta per scrivere i titoli di coda con il fondatore Beppe Grillo che stronca senz’appello le velleità di Giueppi Conte di insediarsi alla guida del movimento e di traghettarlo ad un futuro di formazione politica di sistema.
L’uscita dell’altro giorno di Conte aveva innescato la bomba che Grillo, dopo una notte di decantazione, ha fatto esplodere, facendola deflagrare in tutta la sua potenza. Il fondatore del M5s, l’Elevato come lui si definisce, ha bollato Conte come un «leader privo di visione politica e di competenze», tirando fuori dal cassetto tutti i panni sporchi che si sono accumulati nei due anni di gestione del Paese da parte di un «incapace» ed «incompetente» che proprio lui ha tirato fuori dal cilindro.
Intendiamoci: con il senno del poi, Conte è di parecchie lunghezze sopra la media di deputati e senatori grillini, soggetti spesso senza preparazione e competenze catapultati ad uno scranno parlamentare solo grazie a pochi click sulla piattaforma grillina. Poi, guardando alle scelte effettuate dai governi Conte Uno e Due e li si confronta con il governo Draghi, bè la differenza è abissale, anzi astronomica, con il nuovo premier impegnato a rimediare a tutti gli errori di strategia politica ed economica compiuti da un premier oggettivamente privo di visione politica e di competenze.
Di Conte (e della sua squadra di sgarruppati ministri M5s) non si contano le topiche: dalla scelta di spostare il baricentro delle alleanze strategiche dall’atlantismo alla Cina ora in via di frettoloso ritorno all’ovile, allo spreco di miliardi di denaro pubblico per “Quota 100” in via di esaurimento e del Reddito di cittadinanza che si spera cessi il prima possibile, all’operazione “cashback” finalmente stoppata e all’acquisto di siringhe per la vaccinazione che costano 10 volte il necessario o a quello, semplicemente clamoroso, dei banchi a rotelle finiti subito nei magazzini senza mai essere utilizzati. Per non dire dei contributi per l’acquisto di pericolosi monopattini cinesi o per l’acquisto di auto elettriche di difficile utilizzabilità o del “Superbonus 110%” per la riqualificazione edilizia che al momento è servito solo per fare esplodere la speculazione tra i materiali.
Insomma, il re è nudo e ora c’è la certificazione ufficiale che l’Italia è stata gestita per oltre due anni da incompetenti che hanno contribuito con le loro scelte a minare le libertà costituzionali delle persone e delle imprese (ve li ricordate i famosi Dpcm che la magistratura sta bollando come illegittimi ed incostituzionali?) e ad affossare l’economia nazionale, oltre a gestire una pandemia in modo arruffato tanto che è stato necessariol’arrivo di un generale degli Alpini per risollevare la situazione senza ricorrere alle milionarie primule casaliniane.
Ecco, gli italiani se ne erano già accorti che Conte & C. erano tutto fuorché il necessario per governare bene il Paese. Ora si spera che la pagina sia definitivamente voltata e se Conte (e tutti i grillini al secondo mandato la cui poltrona è fortemente a rischio) tenterà la via autonoma di un partito personale tenga ben presente cosa è successo ad un altro soggetto chiamato a salvare la Patria (salvo lasciarla in condizioni peggiori di come l’ha trovata) come Mario Monti, che almeno è stato più furbo facendosi nominare da Napolitano senatore a vita: le sue velleità politiche si sono sciolte come neve al sole.
Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.
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