Prima fra le regioni ad ottenerlo, la Corte dei Conti del Veneto ha parificato il rendiconto 2020 della Regione del Veneto. La parifica è stata accompagnata da alcune osservazioni e raccomandazioni: continuare nel processo di razionalizzazione delle società partecipate, porre attenzione massima ai processi di spesa che riguardano la sanità, continuare a muoversi sul tema della spesa del personale in linea con gli ultimi anni e con la riorganizzazione recentemente varata.
Particolarmente apprezzati dai magistrati contabili i risultati finanziari dell’amministrazione regionale, in particolare quanto fatto dal 2016 a oggi sul risultato di gestione, sul risultato di amministrazione, sull’indebitamento, sui tempi di pagamento. Sui derivati, la Corte indica di mantenere una costante e vigile attenzione all’andamento dei mercati.
«Udienza molto positiva – la giudica il governatore del Veneto, Luca Zaia, ringraziando tutti i magistrati contabili che a ogni livello hanno vigilato sulla correttezza e sulla legalità dell’operato regionale – dobbiamo continuare con l’efficienza che ci ha sempre contraddistinto e che ci viene ogni anno riconosciuta».
Il 2020 è stato un anno di finanza impegnativa, segnato dalla pandemia, durante il quale l’amministrazioneregionale ha dovuto affrontare la crisi più profonda dei propri 50 anni di vita. «In effetti, il tema dell’aggraviodella spesa sanitaria legata al Covid è echeggiato in tutta l’udienza – aggiunge Zaia –. Bisogna porre comunque anche questo tema nella prospettiva di una promozione complessiva sul bilancio della sanità che, come noto, occupa coi suoi oltre 9 miliardi i due terzi dell’intero bilancio regionale».
Il Veneto ha compiuto il massimo sforzo possibile per apprestare le misure sanitarie straordinarieindispensabili per contrastare la pandemia, e per mitigare gli effetti della crisi e della contrazione economica su cittadini, lavoratori e imprese: «l’abbiamo fatto per quanto possibile con convinzione, onestà e trasparenza, mettendo in campo l’autonoma capacità di riprogrammazione e impiego delle risorse – prosegue Zaia – e chiedendo con determinazione al Governo di azionare tutto il potenziale espansivo della politica di bilancio. L’obiettivo è continuare a garantire il massimo sostegno necessario nella residua faseemergenziale rispondendo in modo flessibile in base all’evoluzione della crisi sanitaria, e supportare la fase di rilancio per una crescita resiliente, sostenibile e inclusiva».
Il rendiconto 2020 della Regione del Veneto evidenzia entrate per complessivi 15.189.407.278,14 di euro e di impegni di spesa per complessivi 14.993.863.537,38 di euro.
La Regione ha rispettato tutti gli obiettivi di finanza pubblica nazionale con un fondo cassa al 31 dicembre 2020 di ben 1.304.330.914,29 di euro, un dato indice di rigore che acquisisce particolare rilevanza abbinandolo ai tempi di pagamento: nell’anno della pandemia la Regione ha ulteriormente migliorato la propria performance dei pagamenti che si sono attestati, in media, a 16,54 giorni in meno rispetto ai 30 imposti dalla legge, segnando un ulteriore miglioramento rispetto all’anno precedente, con tempi di pagamento nel 2020 più rapidi di ulteriori ben 3,5 giorni rispetto al 2019, che già registrava un miglioramento di sette giorni rispetto al 2018.
Altro indice finanziario di perfetto stato di salute del bilancio regionale è il risultato di amministrazione di competenza 2020, ossia l’equilibrio tra le entrate accertate e le spese impegnate, che registra un saldo positivo di 983.545.733,15 di euro, con un miglioramento di ulteriori circa 92 milioni rispetto al valore già positivo del 2019, il quale registrava già registrava un miglioramento di circa 283 milioni rispetto al 2018.
Proprio grazie al valore positivo del fondo cassa 2020, la Regione non ha dovuto ricorrere a finanziamenti bancari per gli investimenti autorizzati prima del 2015 in regime ante armonizzazione contabile. Ha quindi potuto conseguire un altro importante risultato finanziario, ossia la riduzione del cosiddetto debito autorizzato ante 2015, per circa 225 milioni di euro, riducendo pertanto a circa 307 milioni di euro gli originari oltre 2 miliardi di euro di debito autorizzato e non contratto.
Anche quest’anno, nonostante i gravosi impegni della Regione sul fronte del contrasto dell’emergenza pandemica la Giunta è riuscita a licenziare il disegno di legge “Rendiconto generale 2020” il 30 aprile, quindi ben prima del termine che era stato posticipato per legge nazionale, a causa del Coronavirus, al 30 giugno.
Il risultato economico dell’esercizio 2020 è accertato nella somma di 215.066.534,94 di euro. La situazione patrimoniale attiva e passiva al 31/12/2020 è stabilita in 10.006.067.229,97 di euro. Il patrimonio netto al 31 dicembre 2020 è determinato in 2.289.805.757,71 di euro.
Il Veneto ha sempre rispettato le norme imposte prima dal patto di stabilità, poi dal pareggio ed ora dall’ordinamento contabile sugli equilibri di bilancio. In tema di concorso agli obiettivi di finanza pubblica, lo stratificarsi dal 2010 ad oggi delle manovre finanziarie statali ha condotto a raggiungere il picco nel 2019, con un concorso cumulato per il Veneto di 1,7 miliardi, espresso da tagli ai trasferimenti statali e riduzionedella crescita dei livelli tendenziali di spesa in materia sanitaria ed extrasanitaria.
Inoltre la Regione Veneto, in cinque anni, dal 2015 al 2020, ha migliorato di 1,3 miliardi il risultato contabile di amministrazione, passato da -316 a +984 milioni, mentre dal 2014 al 2020 ha ridotto il debito potenziale (DANC, Debito Autorizzato e Non Contratto) di circa 1,7 miliardi (da oltre 2 miliardi a 307 milioni), rispondendo con una norma regionale alle sollecitazioni arrivate proprio da questa Corte. Infine ha sbloccato in modo cospicuo gli avanzi di amministrazione: circa 1 miliardo di euro dal 2016 al 2020.
Per quanto riguarda il comportamento fiscale, in base alla normative vigente, il gettito potenziale derivante dalla massima variazione delle aliquote in facoltà della Regione – addizionale IRPEF, IRAP, tassa automobilistica, addizionale gas naturale, che la Regione non ha richiesto e che sono rimaste nella disponibilità di famiglie, lavoratori e unità produttive per contribuire a far fronte alla crisi finanziaria del 2008-2009 dell’attuale crisi pandemica – è pari a 1.146 milioni di euro all’anno (235 euro per abitante). Si tratta di risorse ingenti. Non è superfluo ricordare che il Veneto continua ad essere, dal 2010 ad oggi, l’unica Regione a Statuto Ordinario (RSO) a non aver utilizzato la leva fiscale sull’addizionale regionale all’Irpef, ed anzi ha disposto un’agevolazione regionale per i soggetti disabili e le famiglie con redditi complessivi medio-bassi che hanno fiscalmente a carico un disabile.
Per quanto attiene invece al profilo dell’efficienza, si ricorda a tal proposito che in base agli ultimi rendiconti disponibili (2019), la Regione Veneto presenta già oggi la spesa di funzionamento (personale + beni e servizi) più bassa tra le regioni a statuto ordinario: 133 euro, il 36% in meno rispetto alla media di 207. Registra la spesa più bassa tra le RSO anche se si aggiungono alle spese di funzionamento gli interessi passivi: 145,8 euro, il 38,8% in meno rispetto alla media di 238,5.
In termini di qualità percepita dei Governi subnazionali dei Paesi membri della UE, pur in un contesto di ritardo nel posizionamento dell’Italia rispetto agli altri Paesi, il Veneto ricopre la prima posizione tra le regioni a statuto ordinario con un valore “European Quality of Government Index” (EQI) di -0,150 rispetto ad una media RSO di -0,978 (il meno davanti identifica un valore di qualità inferiore alla media UE fatta pari a 0).
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