Decreti “Sostegni” 1&2 bruciati per pagare le tasse di giugno

La Cgia denuncia la colossale partita di giro: lo Stato eroga 21,4 miliardi di aiuti e se ne riprende 19 miliardi. 

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Entro la fine di giugno 2021 si verificherà una colossale partita di giro, con le risorse erogate alle aziendedallo Stato con i decretiSostegni” pari a 21,4 miliardi di euro e tasse pagate per quasi 19 miliardi: il conteggio è dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre che afferma come gli aiuti finiranno in un sostanziale nulla di fatto: aiuti incassati in grande ritardo, immediatamente restituiti al mittente.

Per la Cgia, se con una mano ti danno i ristori e con l’altra se li prendono quasi tutti indietro attraverso le tasse, per lo Stato non cambia nulla, ma per tantissime piccole attività, spossate dalla crisi, le difficoltà sono destinate ad aumentare, alimentando il sospetto tra gli imprenditori di essere vittime di una grande beffa.

Particolarmente penalizzate, in questo contesto, quelle aziende che hanno subito perdite economicheinferiori alla soglia del 30%, che oltre a non incassare nulla, anche a fronte di perdite economiche rilevanti, dovranno passare allo sportello e pagare dazio.

Insomma, ancora una volta, dinanzi ad una povertà mai così alta in Italia, con tantissime realtà esponentidelle Partite Iva e delle professioni che sono passate dall’essere piccola borghesia economica a neo poveri a causa di indiscriminate e scellerate decisioni del governo BisConte, sostanzialmente replicate dal Draghi, nulla cambia.

Proprio per non vanificare l’effetto dei “Sostegni”, la Cgia rilancia la richiesta di un azzeramento del carico fiscale per l’anno in corso. Questo taglio generalizzato di tasse e imposte erariali per tutto l’anno in corso costerebbe al fisco tra i 28/30 miliardi di euro. Una stima che è stata calcolata ipotizzando di consentire a tutte le attività economiche con un fatturato 2019 al di sotto del milione di euro di non versare per l’anno in corso l’Irpef, l’Ires e l’Imu sui capannoni. Con 28/30 miliardi risparmiati si metterebbero le basi per far ripartire stabilmente l’economia del Paese. Ma così pare che non sarà.

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