Concessione A22, appello di Kompatscher a tutti gli attori coinvolti nelle trattative

Contrario l’Onlit: «ennesima proroga nel decreto Sostegni per l’Autobrennero, un beneficio ingiustificato». 

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concessione A22 autostrada brennero

Attorno alla concessione A22 dell’Autostrada del Brennero la politica del Trentino Alto Adige continua ad agitarsi senza arrivare ad una soluzione da ormai sette anni, salvo ottenere una proroga dietro l’altra della concessione, l’ultima in ordine di tempo quella contenuta nel decretoSostegni 1appena approvato che l’ha estesa fino al 31 luglio 2021.

Il presidente della regione Trentino Alto Adige (e maggiore azionista di A22), Arno Kompatscher, auspica di trovare la soluzione finale dopo anni di trattative: «è giunta l’ora di porre fine alla situazione di stallo fra i diversi attori coinvolti, che sono chiamati a fare dei passi in avanti per giungere alla soluzione migliore nell’interesse pubblico».

Per Kompatscher «la diversità di vedute fra le diverse istituzioni coinvolte non può rischiare di portarci al punto di perdere la gestione di una delle infrastrutture più importanti per l’Alto Adige e per l’Italia a beneficio di gruppi privati orientati per loro natura alla massimizzazione dei profitti».

Secondo Kompatscher la gestione dell’autostrada dovrebbe restare anche in futuro in mano pubblica «per tutelare al meglio l’interesse di tutti ad una strategia coordinata di investimenti lungo il corridoio del Brennero, una strategia capace di migliorare la qualità di vita dei residenti e di garantire la sostenibilitàambientale. Solo in questo modo, infatti, sarebbe possibile sviluppare le sinergie fra autostrada e ferrovia necessarie a incentivare ulteriormente il passaggio del traffico da gomma a rotaia, utilizzando una parte significativa degli introiti di un pedaggio ambientale per dirottare ulteriori investimenti sul treno».

Per raggiungere questi obiettivi, il presidente altoatesino intende proporre al governo diverse soluzioni, nella speranza di giungere al più presto ad un compromesso con il ministro Giovannini. «Siamo aperti a molte possibili soluzioni – afferma Kompatscher – e mi auguro che vi sia la stessa disponibilità da parte di Roma. Occorre a tutti i costi giungere ad una soluzione positiva nell’interesse della popolazione, per poter incidere in maniera decisa sulla modernizzazione delle infrastrutture».

Se Kompatscher briga per tenersi stretta la gallina dalle uova d’oro A22, dall’Onlit si critica l’ennesimaproroga a ben sette anni dalla scadenza della concessione nel 2014. «Anche grazie al Covid, continua il vecchio metodo di non affrontare in modo risolutivo i problemi aperti da un sistema delle concessioni autostradali che si sta sgretolando ai danni delle casse dello Stato, della sicurezza e dei consumatori – attacca il presidente dell’Onlit, Dario Balotta -. Dopo il crollo del Ponte Morandi era stata promessa e ci si aspettava una profonda riforma capace di riequilibrare i rapporti con le società concessionarie a favore dello Stato (sicurezza, qualità dei servizi e canoni più consistenti in carico ai concessionari). Neppure l’Agenziadi Regolazione dei Trasporti (Art), che pure ha competenze in materia, ha fatto la sua parte. E l’ennesimaproroga della concessione per l’A22 crea una disparità di trattamento tra operatori economici del settore, e l’Autobrennero costituisce un esempio negativo per tutta l’Italia. Il meccanismo anticoncborrenzialedella proroga è stato più volte censurato dalla Corte Costituzionale, ed è in contrasto con lo stesso Pnrrdel Governo Draghi. Il piano ha recepito le indicazioni provenienti dall’Antitrust in materia di riforme per la concorrenza; annunciando interventi legislativi da adottare, tuttavia, nel primo provvedimento utile è stata inserita una nuova proroga. Come dire: di gare, almeno qua in Trentino Alto Adige, non se ne parla neppure».

Più che ergere gli enti locali a moderni gabellieri ed esattori di ricchi pedaggi per un’opera ormai ampiamente ammortizzata quale è Autobrennero (similmente ad altre autostrade con concessioni scadute) sarebbe utile che il governo Draghi prendesse esempio dalla Spagna, liberalizzando finalmente le trattecon concessione scadute. In Spagna, nel giro di due anni, hanno liberalizzato oltre 1.100 km di rete stradale a pedaggio: troppo difficile farlo anche in Italia?

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