Enrico “Stai Sereno” Letta deve avere un forte problema politico, forse più d’uno, visto che nei pochi mesidi guida del Partito Democratico è riuscito ad inanellare un fallimento dietro l’altro, con il nuovo karakiriche arriva sulle scelte per la guida della regione Calabria che ad ottobre prossimo dovrà andare al voto per eleggere il nuovo Consiglio dopo lo scioglimento anticipato dovuto alla morte prematura della forzista Iole Santelli.
Di fatto, in Calabria si sta realizzando un inciucio clamoroso, dove il Pd pare intenzionato ad affondare il proprio candidato a favore di un soggetto para grillino come l’uscente sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che punta a tornare nella terra dove ha svolto la funzione di sostituto procuratore da governatore della regione.
A tirare le fila della tela c’è il vice di Letta, l’ex ministro al Sud Giuseppe Provenzano che corteggia da tempo b, che lasciata la poltrona di sindaco di Napoli prova a diventare governatore della Calabria. Il braccio destro di Letta avrebbe assicurato a De Magistris l’appoggio del Pd in Calabria: se non ufficiale, quantomeno ufficioso. Il tutto a discapito di Nicola Irto, 39 anni, record di preferenze alle Regionali nel 2020 vinte dal centro destra guidato dalla Santelli, che scoperto l’inciucio sottobanco ha mollato in malo modo: «rinuncio all’incarico e chiedo a Letta di trovare una soluzione per non continuare a svilire la dignità degli elettori e dei militanti del Pd in Calabria» ha dischiarato ad un giornale. Un’uscita che gronda di orgoglio di militante tradito dalle manovre d’altro bordo ma di piccolo cabotaggio della nuova nomenklatura Dem guidata dal “francese” Letta.
In cambio del supporto interessato dei Democratici, De Magistris non supporterebbe la corsa a sindacodi Napoli della propria pupilla, Alessandra Clemente, facilitando la corsa del rettore Gaetano Manfredi, portabandiera dell’alleanza “sinistra” tra Pd, M5S e Leu.
Nelle menti di Letta e Provenzano la desistenza incrociata tra Catanzaro e Napoli avrebbe anche un ulteriore vantaggio: avvicinare il Pd ai Cinque Stelle e agli altri movimenti giustizialisti supportati da De Magistris.
E pazienza se a finire bruciato su esigenze più alte di partito sarà il povero Irto, che sconta indirettamente la colpa di essere supportato da Base riformista, la corrente di minoranza del Pd lettiano. Che non ha digerito lo scenario, facendolo saltare sotto gli strali dell’eurodeputata Pina Picerno e dell’ex capogruppo Andrea Marcucci detronizzato da Letta.
Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.
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