L’Osservatorio consumi Confimprese-EY sull’andamento del mercato analizza i dati di aprile 2021 sullo stesso mese 2019 e registra il “benchmark” sull’anno pre-Covid a parità di andamento consumi. Il confronto è ancora fortemente negativo: aprile è stato contrassegnato dall’incertezza dei colori assegnati alle regioni e dalle aperture a singhiozzo, il saldo su aprile 2019 parla chiaro, -62,8%. L’atteso recupero non c’è stato e a farne le spese maggiori è nuovamente la ristorazione con -74,4%, seguita da abbigliamento e accessori-63,3%, che ha visto andare in fumo la collezione primavera-estate, e il non alimentare -35,2%.
Anche l’indicatore dei consumi sul totale mercato dell’anno mobile 2021 vs 2019 è fortemente negativo con una flessione di -56,5%, con la ristorazione a -67,8%, abbigliamento e accessori a -57,8%, il non alimentare a -28,2%.
Tra i canali di vendita, l’Osservatorio consumi Confimprese-EY nel mese di aprile vs aprile 2019 registra la sofferenza del settore viaggi che chiude a -74,7%. I centri commerciali evidenziano una flessione pari a -69,2% e gli outlet a -65,6%. Le misure restrittive, che da oltre sei mesi impongono la chiusura dei negozi nei festivi e prefestivi, hanno peggiorato la crisi dei centri commerciali. In calo anche le “high street” -55,3% penalizzate dalle chiusure anticipate di ristoranti e bar, che hanno influito sul traffico nei centri città e nelle vie del commercio.
Le aree geografiche mostrano andamenti abbastanza simili nel mese di aprile 2021 vs aprile 2019. La peggiore è l’area Sud (Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata) -65,7%, penalizzata dalla mancanza di afflussi turistici nelle località d’arte e di mare. Male anche l’area NordEst (Emilia Romagna, Triveneto) -63,9%, seguita dall’area Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna) -62,6% e dal Nord Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta) -60,8%.
«Sull’andamento negativo del mese di aprile – chiarisce Mario Maiocchi, direttore Centro studi dettaglio di Confimprese – hanno inciso, come nei mesi passati, i 6 mesi di chiusura dei 1.300 centri commerciali nei festivi e prefestivi. Sicuramente la serrata simbolica organizzata da tutte le associazioni di categoria lo scorso 11 maggio, inclusa Confimprese, ha contribuito a sensibilizzare le istituzioni sull’allentamento delle misure restrittive nei giorni più importanti della settimana in termini di ricavi e fondamentali per aiutare la ripresa economica delle attività commerciali e del Paese. I centri commerciali hanno perso 56 miliardi di fatturatoannuo pari a 63%. Attendiamo i dati di maggio per capire se la riapertura del 22 maggio inizi a portare una inversione di tendenza nei prossimi mesi».
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