Per la gestione dell’immigrazione illegale l’Italia dovrebbe avere un Pedro Sanchez piuttosto che una pallida ed indistinta funzionaria ministeriale come Luciana Lamorgese, prefetto proiettato dalla sera alla mattina ad un ruolo di ministro dell’Interno che le va molto largo, anzi larghissimo.
Lamorgese avrebbe tanto da imparare su come si difendono i confini nazionali che, nel caso dell’Italiasono anche i confini esterni dell’Unione Europea. Mentre in Spagna non si pensa due volte a mandarel’esercito per arginare l’ingresso di 14.000 immigrati illegali nelle enclave del territorio marocchino di Ceutae Mellilla, rispedendone indietro la metà nel giro di poche ore, così non è il Belpaese continua ad essere il ventre molle europeo, il trampolino d’ingresso in Europa per le moltitudini di emigranti soprattutto economici provenienti da mezzo mondo, con le organizzazioni statali in prima fila per raccoglieredisgraziati in mezzo al mare.
Non solo: l’Italia è anche il paese che si fa menare per i fondelli dalle varie organizzazioni di salvataggio internazionali che battono le coste libiche e tunisine del Mediterraneo per raccogliere comodamente immigrati a pochi chilometri dalla costa, a mo’ di taxi del mare. Peccato che le loro navi che battono una ben precisa bandiera e, come tali, territorio di una nazione, invece di recapitare nella propria nazione i disperati del mare, li scaricano in Italia, con sindaci che stendono pure il tappeto rosso ai raccogliticci. Roba da matti.
Finché il governo italiano non riprende coscienza dei propri obblighi istituzionali nei confronti della popolazione nazionale ed europea, i prossimi mesi saranno cruciali e l’Italia sarà destinata ad un’autentica invasione di immigrazione illegale.
Se Lamorgese e Draghi non ci riescono, ben venga Sanchez a fare quello che compete ad un governo degno di un simile nome.
Intanto, ecco come la matita graffiante di Domenico La Cava vede la situazione.
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