Giornata mondiale delle api: celebrazione di un insetto fondamentale per l’agricoltura

Coldiretti: crollato del 30% il raccolto di miele. Bizze climatiche e pesticidi utilizzati indiscriminatamente hanno falcidiato 10 milioni di alveari.

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apicoltura api su fiore impollinazione

Il 20 maggio è la Giornata mondiale delle api, ma non è un buon momento per questi insetti fondamentalinon solo per la produzione del miele, ma soprattutto per l’impollinazione delle piante e delle coltivazioni, per la biodiversità e la produzione agricola.

Il riscaldamento globale e i pesticidi hanno ridotto il loro numero nel mondo, e in Italia le bizze climatichedi quest’anno hanno impedito loro di lavorare, riducendo la produzione di miele. Sono scomparsi più di 10 milioni di alveari nel mondo solo negli ultimi cinque anni, spiega la Cia-Agricoltori italiani: colpa dei cambiamenti climatici che mettono a rischio la sopravvivenza delle api, tra aumento delle temperature e diffusione di nuovi parassiti.

Oltre al clima, a decimare le api ci si mettono anche i pesticidi: in particolare i neonicotinoidi, da pochi anni proibiti nella Ue, ma ancora persistenti nei terreni. Per Franco Ferroni del Wwf Italia, «l’88% di tutte le piante selvatiche con fiore dipendono in vasta misura dall’impollinazione animale, mentre delle circa 1.400 pianteche nel mondo producono cibo e prodotti dell’industria, quasi l’80% richiede l’impollinazione da parte di animali, non solo api domestiche e selvatiche, ma anche vespe, farfalle, falene, coleotteri, uccelli, pipistrelli e altri vertebrati. Considerando le sole api selvatiche, si tratta di un vero e proprio esercito di oltre 20.000 specie di animali, da cui dipende il 35% della produzione agricola mondiale, con un valore economico stimato ogni anno di oltre 153 miliardi di euro a livello globale e 22 miliardi di euro in Europa».

In Italia secondo la Coldiretti ci sono 1,6 milioni di alveari, curati da 70.000 apicoltori, di cui oltre 2 su 3 hobbisti che producono per l’autoconsumo. Esistono oltre 60 varietà di miele, a seconda del tipo di “pascolo” delle api: dal miele di acacia al millefiori, tra i più diffusi, a quello di melata fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino.

Ma il tempo pazzo di inizio 2021, fra inverno caldo e gelate di primavera, ha fatto crollare del 30% la produzione. Il centro studi Crea dell’Enea ricorda il ruolo delle api selvatiche, che non producono miele, ma garantiscono l’impollinazione: in Italia se ne contano mille specie, in tutto il mondo si arriva a 20.000.

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) nel giro di tre anni realizzerà un sistema di rilevazionedegli stress ambientali per le api, attraverso una serie di alveari sentinella. Il WWF ha lanciato una raccolta di firme per sostenere le politiche della Ue “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”: due misure che proteggono api e impollinatori, ma che, secondo gli ambientalisti, «sono sotto attacco da parte delle lobby dell’agrochimica».

Le anomalie del meteo che hanno ostacolato l’attività di bottinatura delle api hanno costretto gli apicoltoria somministrare sciroppi a base di zucchero o miele per salvare le api con un intervento straordinario e costoso.

Il danno economico e ambientale colpisce il Paese in una situazione in cui la svolta salutista degli italiani per effetto della pandemia Covid ha portato all’aumento del 13% degli acquisti familiari di miele nel 2020 ma – evidenzia Coldiretti – sugli scaffali dei supermercati italiani già più di 1 vasetto di miele su 2 vienedall’estero, con una produzione nazionale stimata pari a 18,5 milioni di chili nel 2020. Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta.

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