Il Mediocredito Trentino Alto Adige vola verso lidi altoatesini, complice una strategia politica e di sistema economico molto più coesa e compatta di quella trentina, superando così una pluriennale gestione paritetica tra le due province di Trento e di Bolzano.
Quanto è successo a seguito dell’assemblea dei soci 2021 certifica la sconfitta della strategia politica perseguita dal 2018 dalla nuova maggioranza di centro destra a guida leghista del Trentino, che voleva fare del Mediocredito una banca territoriale a supporto dell’economia locale, superando il progetto portato avanti da tempo dal Gruppo Cassa Centrale (la seconda centrale del credito cooperativo con base in Trentino, dopo quella “storica” nazionale di Iccrea) che voleva farne il proprio braccio dedicato al mondo delle imprese e degli investimenti.
Complice la scarsa comunanza di intenti tra il governo provinciale guidato dal leghista Maurizio Fugatti e il mondo del credito cooperativo locale e della Federazione trentina della cooperazione, il progetto di Cassa Centrale è sfumato, facendo probabilmente perdere al Trentino l’occasione storica di consolidare in locouna realtà creditizia di importanza nazionale. Di più: la strategia della provincia di Trento è stata affondata, oltre che per la scarsa capacità strategica della giunta trentina, pure dalla provincia di Bolzano che ha agito con una migliore strategia e un progetto di sistema allargato ai protagonisti dell’economia altoatesina. Bolzano, da possibile soggetto venditore delle quote detenute in Mediocredito, ha rilanciatosu iniziativa del mondo del credito cooperativo locale (il sistema delle Raffaisen), preoccupato di possibili incursioni sul proprio territorio da parte di soggetti finanziari da fuori provincia.
Sta di fatto che, dopo l’assemblea dei soci 2021, l’Alto Adige riesce vittorioso da un confronto che spostagli equilibri in consiglio di amministrazione, con sei esponenti per l’Alto Adige e 5 per il Trentino. Le stesse Raffaisen ora pensano di utilizzare il Mediocredito per rafforzare il loro sistema creditizio, mentre al Trentino rimane solo un pugno di mosche e la magra consolazione di aver espresso un presidente sì prestigioso come l’ex banchiere Rainer Masera, ma che sarà solo una figura di mera rappresentanza, mentre le vere leve del potere e delle strategie migrano da Trento a Bolzano.
Ecco come la matita graffiante di Domenico La Cava interpreta la situazione.
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