Gli effetti della pandemia da Covid-19 si riflettono anche sulle tempistiche dei pagamenti, con la liquidità sempre più carente da parte delle aziende, che tendono a ritardare i pagamenti rispetto ai 30 giorni di legge.
I rialzi più marcati sono registrati dalla ricerca Cribis del gruppo Crif in Umbria (+8%), Liguria (+7,1%), Trentino Alto Adige (+6,1%) e Marche (+5,1%). Le aziende che pagano puntualmente clienti e fornitori sono il 36,5%, (+4,6% sul primo trimestre 2020, quando l’emergenza Covid-19 era appena iniziata) mentre le imprese che effettuano i pagamenti in grave ritardo sono il 13,1% (+23,6% rispetto a fine marzo 2020).
Il NordEst, rileva lo studio Cribis, si conferma l‘area geografica più affidabile, con il 44% dei pagamenti regolari, mentre il Sud e Isole sono le zone dove le imprese incontrano maggiori difficoltà: solo il 24% delle aziende rispetta i tempi di pagamento.
Ai vertici della classifica regionale dei pagamenti puntuali Lombardia (45,6%) ed Emilia Romagna (44,8%), seguite da Veneto (44%), Marche (42,9%) e Trentino Alto Adige (42,7%). In ultima posizione la Sicilia, dove solo un’impresa su 5 adempie nei termini i propri obblighi di pagamento (20%), e che è preceduta da Calabria(20,9%) e Campania (23,6%). Sicilia, Campania e Calabria si aggiudicano inoltre il primato negativo per quanto riguarda i pagamenti oltre i 30 giorni, rispettivamente con il 23,1%, il 22,8% e il 20,5%.
A livello provinciale, la più virtuosa è Brescia che torna in vetta alla graduatoria nazionale, seguita da Sondrio, Bergamo, Lecco e Trento. In coda alla classifica regionale resta Trapani, preceduta da Reggio Calabria, Crotone, Palermo e Siracusa. Le province che rispetto alla fine del 2020 hanno guadagnato più posizioni nel primo trimestre dell’anno sono Oristano (dal 78 al 70), Torino (dal 48esimo al 42esimo posto), Parma (da 28 a 24) e Taranto (da 88 a 84). Quelle che hanno perso più terreno sono state, invece, nell’ordine Rieti (dal 71esimo posto al 78esimo), Pescara (da 82 a 88) e Teramo (da 63 a 68).
Le microimprese, con il 38,5% di pagamenti alla scadenza, sono le più virtuose ma registrano anche la maggiore quota di ritardi gravi (14%, a fronte del 9,7% delle piccole, del 6,8% delle medie e del 6,3% delle grandi). Per quanto riguarda i settori, rispetto a dicembre 2020 il commercio al dettaglio è il settore con l’incremento più elevato di ritardi gravi (+4,5%), seguito da agricoltura, foreste, caccia e pesca (+4,1%) e servizi finanziari (+3,3%).
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