Draghi avvia la riapertura (parziale) delle attività economiche

Il provvedimento interessa le attività che hanno spazi all'aperto. Avvio da lunedì 26 aprile. Il Trentino brucia le tappe: riaperture da lunedì 19.

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Nonostante il duo Letta & Speranza, fautori di un’Italia rinchiusa ancora per tutto aprile e, forse, anche maggio, ha vinto la linea aperturista di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia: dal 26 aprile Draghi avvia la riapertura (parziale) delle attività economiche chiuse da mesi, ad iniziare da bar e ristoranti che porterà gradualmente alla ripartenza teatri, palestre, stabilimenti e fiere, lungo un percorso che terminerà a luglio. 

Novità anche per gli spostamenti interregionali: è prevista l’istituzione di un pass, che permetterà di spostarsi ovunque, anche tra regioni di colore diverso, oltre alla possibilità di accedere a stadi, concerti e altri eventi se si risulterà essere vaccinati, guariti dal Covid o, ancora, avere passato un test negativo entro 48 ore.

Il premier Mario Draghi, affiancato da uno dei maggiori fautori della linea delle chiusure ad oltranza come il ministro alla salute, Roberto Speranza, costretto a rimangiarsi solo quanto aveva vaticinato qualche giorno addietro, ha presentato la nuova linea di azione che verrà cristallizzata in un decreto – che arriverà in Consiglio dei ministri martedì o mercoledì prossimo – reintrodurrà la zona gialla, sospesa da oltre un mese. Da parte sua, Speranza ha scoperto – finalmente! – l’acqua calda: «nei luoghi all’aperto si riscontra una difficoltà significativa nella diffusione del contagio».

Con i nuovi provvedimenti annunciati, Draghi sa di mettere in conto «un rischio ragionato», alla luce di una campagna di vaccinazione che «va bene, con tante sorprese positive e qualcuna negativa. E questo è stato fondamentale per prendere le decisioni». La riapertura parziale – precisa il presidente del Consiglio – «sono una risposta al disagio di categorie e giovani e portano maggiore serenità nel Paese, pongono le basi per la ripartenza». Già, se non ci fossero state le plateali manifestazioni dei giorni scorsi organizzate spontaneamente da operatori economici ridotti sul lastrico, probabilmente Draghi non sarebbe stato costretto a forzare la mano all’ala sinistra della sua eterogenea maggioranza.

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La campagna vaccinale vista dalla matita graffiante di Domenico La Cava.

Tra i primi a tirare su le serrande da troppi mesi abbassate saranno i ristoratori: in zona gialla, dal 26 aprile a tutto il mese di maggio, sarà possibile pranzare o cenare solo nei locali che hanno tavoli all’aperto e dal primo giugno si mangia nei ristoranti al chiuso solo a pranzo. Una decisione, come ha evidenziato Fipe Confcommercio, che favorisce solo il 20-25% degli esercizi che possono sfruttare gli spazi all’aperto, mentre per tutti gli altri non cambia nulla. Una situazione che potrebbe essere lungi dal placare gli animi, ormai esasperati, delle categorie, che non escludono nuove forme di protesta. In quest’ambito, il Trentino fa corsa a sé, con la riapertura parziale all’aperto di bar e ristoranti anticipate a lunedì 19.

Contemporaneamente – sempre in zona gialla – la riapertura interessa i teatri, cinema e spettacoli all’aperto, mentre per i musei sarà possibile accogliere i visitatori anche al chiuso, così come per gli spettacoli che avranno i limiti di capienza fissati per le sale dai protocolli anti contagio. 

E dal 15 maggio sarà consentita l’attività nelle piscine scoperte e probabilmente negli stabilimenti balneari. Anche se fin dall’entrata in vigore del decreto saranno possibili gli sport all’aria aperta, sarà permesso frequentare le palestre al chiuso soltanto dal primo giugno. A luglio sarà la volta della riapertura delle fiere, delle terme e dei parchi tematici. 

Dal 26 aprile in zona gialla e arancione tutte le scuole saranno in presenza e in quella rossa sarà così fino alla terza media, mentre alle superiori l’attività si svolgerà almeno al 50% tra i banchi. 

L’apertura del governo nazionale è salutata positivamente dalle regioni: «è stata recepita la nostra proposta» dice Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni e governatore del Friuli Venezia Giulia.

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