Mediocredito Trentino Alto Adige esce dall’orbita del credito cooperativo

La provincia di Trento punta al rilancio come banca delle imprese. Risposta piccata del mondo cooperativo.

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La sede del Mediocredito Trentino Alto Adige a Trento.

Attorno al futuro del Mediocredito Trentino Alto Adige si prosegue con una navigazione a vista, con la provincia di Trento che punta a rafforzarsi acquistando le quote in via di cessione da parte della provincia di Bolzano (26,24%) che reputa non strategico l’investimento, mentre il credito cooperativo rappresentato da Cassa centrale banca è in via di uscita.

Il futuro assetto gestionale del Mediocredito vedrà il presidente eletto non più dalla Cooperazione trentina, ma dalla provincia di Trento, il vice da Cassa Raffaisen e i componenti del consiglio d’amministrazione anche dalla provincia di Bolzano, con la cooperazione trentina fuori dai giochi

In attesa della conferma dei nuovi patti parasociali in via di approvazione dalle due province, dal mondo della Cooperazione trentina arriva una nota in cui si definisce «grave quanto accaduto», reclamando per la cooperazione «un ruolo centrale nel futuro assetto azionario».

Per il presidente della Federazione trentina della cooperazione, Roberto Simoni, «questo progetto non trova la condivisione della cooperazione trentina, l’esclusione del credito cooperativo è un segnale che preoccupa. Con rammarico dobbiamo constatare come non si sia riusciti a costruire un proficuo dialogo istituzionale tra le componenti trentine. Adesso però occorre guardare al futuro. Nel nuovo assetto proprietario che verrà definito nei prossimi mesi con la cessione delle quote pubbliche, abbiamo stimolato la Giunta provinciale a prevedere già nel patto di sindacato un coinvolgimento di rilievo del movimento cooperativo trentino. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, lavorando in squadra con tutte le componenti del credito cooperativo: Federazione, Casse Rurali e Cassa Centrale Banca».

Simoni cita nella sua ipotesi di riassetto Cassa Centrale Banca, mentre da quanto parrebbe emergere dalla stessa centrale del credito cooperativo non si giudicherebbe più strategica la presenza del Mediocredito nel suo assetto operativo. 

Simoni auspica comunque un ruolo del credito cooperativo nel futuro di Mediocredito: «se da un lato accogliamo tale decisione con amarezza e qualche preoccupazione, dall’altro intendiamo rafforzare il nostro impegno affinché sia garantita anche in futuro una presenza del credito e del movimento cooperativo nella compagine azionaria di Mediocredito».

Intanto, Simoni saluta il presidente uscente di Mediocredito, Franco Senesi, che dal 2003 rappresenta il mondo cooperativo nella gestione della banca.

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