Fondi piano “New Generation Ue”: l’Italia di Draghi chiamata alla buona spesa

Entro aprile, necessario definire gli ambiti di spesa che deve essere proficua e a lunga scadenza. Bene le infrastrutture materiali e non, occhio a non buttare soldi nella spesa corrente e clientelare.

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fondi “New Generation Ue”

Entro fine aprile, l’Italia dovrà mandare a Bruxelles il proprio piano per la gestione della quota parte spettantele dei 750 miliardi dei fondiNew Generation Ue”, pari a circa 209 miliardi di euro. Ovviamente, non saranno tutti e 209 i miliardi effettivamente disponibili: tra il versamenti straordinari che ciascun stato deve fare per alimentare il fondo europeo (all’Italia ne tocca versare circa 80 miliardi) che vanno ad aggiungersi al finanziamento ordinario, al netto del dare-avere, l’Italia potrà avere un avanzo di circa 35 miliardi di euro, cui vanno aggiunti altri 20 miliardi per i minori interessi sostenuti.

Quindi, ballano circa 55 miliardi di euro da ripartire in sei anni: una cifra senz’altro notevole, ma ben lungi da quella miracolosa pioggia di denaro, anzi, di miliardi europei con cui solo pochi mesi fa il governo BisConte vagheggiava giorno e notte sulle cronache nazionali.

Ora, tocca al nuovo premier Mario Draghi stabilire le linee di azione, in considerazione del fatto che il piano redatto dal precedente governo, infarcito di ogni ben di Dio di spesa corrente, clientelare e improduttiva è stato buttato alle ortiche e riscritto daccapo. 

Se si vuole tirare il Paese fuori dalle secche in cui è insabbiato da almeno un decennio è necessario usare le maniere forti, quelle che Draghi non ha esitato ad utilizzare dal vertice della Banca centrale europea, tanto che anche l’ironico vignettista de “Lo Schiacciasassi”, Domenico La Cava, non esista a definire il 2021 un “anno da Draghi”, nella speranza (ovviamente con l’iniziale minuscola!) possa fare fuoco e fiamme.new generation ue

Certo, in questo contesto stride un po’ il fatto che ancora una volta il Parlamento sia sostanzialmente esautorato dalla possibilità di discutere fattivamente circa l’allocazione delle risorse proposte neifondi “New Generation Ue”, venendo così meno al dettato costituzionale. Il rischio è che il governo inizi a farci l’abitudine e, passo dopo passo, la Costituzione vada definitivamente a farsi benedire. Con buona pace delle vestali della Carta più bella del mondo.

Buona visione.

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