Assemblea Fipe Confcommercio in piazza a Roma: “chiediamo data certa per riaperture”

Stoppani: «serve una visione unitaria del settore per garantire certezze al settore». Incontro con ministro Giorgetti: «aperture sicuramente a maggio. Quanto agli indennizzi, discutiamo il metodo».

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Luogo insolito per l’assemblea straordinaria dei pubblici esercizi (bar, ristoranti, pizzerie, locali da ballo, pub, sale del gioco lecito, pasticcerie, gelaterie, stabilimenti balneari), organizzata dal consiglio di Fipe Confcommercio per chiedere una data certa e immediata per la riapertura delle attività, in piazza San Silvestro a Roma, lo stesso scenario che ieri ha visto la protesta spontanea dei ristoratori, baristi e commercianti aderenti al movimento #IoApro.

L’assemblea è stata animata da diversi interventi da varie piazze d’Italia. «in piazza per dare visibilità a un settore invisibile, dimostrato dalla inadeguatezza e provvedimenti emergenziali che hanno accompagnato questo anno disastrato in cui al nostro settore è stato più volte imposto chiusura e limitazione delle attività – ha sottolineato il presidente nazionale Fipe, Lino Stoppani -. Altro motivo è pretendere una visione sulla prospettiva che non può prescindere da una data certa sulla ripartenza del nostro settore, e su questo siamo consapevoli che si possa fare in sicurezza, che permangono rischi sanitari, che però si può fare anche con gradualità dando inizialmente spazio a settori che non portano rischi, ad esempio pubblici esercizi che hanno esternalità, per passare poi ad attività di ristorazione con il giusto distanziamento, per passare poi a tutte le attività di pubblico esercizio, altrimenti si va al fallimento».

Per Stoppani «la data di ripartenza è indispensabile per due aspetti: il primo è per dare possibilità di programmazione alle nostre imprese che sono attività complesse; l’altro è per pretendere da chi ci governa serietà e affidabilità nell’assunzione anche di un rischio in questa direzione, cosa che hanno fatto anche in altri paesi del mondo».

All’assemblea di piazza di Fipe è intervenuto anche il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli: «gli indennizzi a fondo perduto non sono sufficienti e devono essere rafforzati per dignità e giustizia: ci impegniamo per il presente, perché se non si sopravvive oggi non c’è futuro domani. Portate con dignità e serietà la voce di un mondo che ha subito sulla propria pelle tante decisioni difficili, incomprensibili, spesso ingiuste, in quest’anno drammatico di pandemia: la Confcommercio è fatta da chi, come voi, in ogni territorio, in ogni città, in ogni angolo del nostro Paese, vuole continuare ad assicurare lavoro, benessere diffuso e qualità della vita – ha detto Sangalli – e quando si spegne l’insegna di un negozio, di un ristorante, di un bar, di un locale, di uno stabilimento balneare muore un pezzo del futuro di questo Paese».

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Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.

«Abbiamo deciso di non fare una manifestazione, ma un’assemblea – afferma la presidente delle giovani imprenditrici di Fipe, Valentina Picca Bianchi -. Il nostro è un evento garbato, in cui chiediamo di andare avanti con ripartenze organizzate».

Il direttore dell’ufficio studi Fipe, Luciano Sbraga, sottolinea come «la ripartenza è sicura quando è graduale e accompagnata da protocolli di sicurezza».

Al termine della manifestazione, una delegazione di Fipe Confcommercio è stata ricevuta dal ministro allo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti che ha puntato subito sulla data delle riaperture degli esercizi chiusi: anche se non è possibile indicare con certezza una data per le riaperture «presumibilmente maggio sarà un mese di riaperture». Nell’incontro due le questioni principali affrontate: riaperture e sostegni economici. Sul primo punto, Giorgetti ha sottolineato che gli indicatori stanno migliorando precisando che «sebbene ci aspettassimo di più sul fronte del vaccini, il piano va avanti, e la decisione sulle riaperture sarà presa probabilmente la prossima settimana dal Consiglio dei ministri».

Altro capitolo quello dei sostegni alle attività chiuse per decreto. Giorgetti ha indicato due strade: gli indennizzi basati sul fatturato, com’è accaduto per l’ultimo decreto, oppure prendere in considerazione il bilancio che «senz’altro fornisce indicazioni più precise sulle perdite reali subite», ma che prevede tempi più lunghi. Il punto di mediazione potrebbe essere, su questo la Fipe si è impegnata a presentare una proposta articolata in tempi brevi, un sistema di due acconti e di un saldo finale che terrebbe conto degli indicatori contenuti nel bilancio evitando sperequazioni tra le diverse attività. Giorgetti ha infine accolto anche il suggerimento affinché un rappresentante della categoria possa partecipare alle riunioni del Cts. 

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