Partite Iva nuovamente in piazza lunedì e martedì prossimi

Appuntamento a piazza Montecitorio che martedì sarà trasformata in una tendopoli. Il Governo Draghi si dà una smossa e annuncia nuovi interventi di indennizzo per i “piccoli” entro la fine di aprile.

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partite iva

Le Partite Iva italiane sono lungi dall’essere dome dai vari decreti-ukaze che ne hanno imposto la chiusura, spesso in modo del tutto arbitrario e, soprattutto, inefficacie per la prevenzione della diffusione della pandemia.

Come “Lo Schiacciasassiha già più volte evidenziato, nei paesi dove le chiusure sono state nulle o poco utilizzate, il livello di diffusione del Covid-19 è simile o anche inferiore a quello italiano. Con la piccola e non trascurabile differenza che in Italia, credendo di salvare qualche vita in più, si sta finendo con l’ammazzare gran parte dell’economia nazionale.

La protesta per non morire di chiusure imposte da chi percepisce stipendi sicuri o laute indennità senza mai avere lavorato in vita sua sfocia nell’ennesima protesta in piazza Montecitorio delle Partite Iva, che nelle giornate di lunedì e, soprattutto, di martedì prossimo saranno indiscusse protagoniste pure con l’allestimento di una tendopoli per l’occupazione ad oltranza.

Anche se il governo italiano non ha avuto il coraggio di fare come in Germania dove Angela Merkel, dinnanzi alle proteste di piazza per la sua decisione di chiudere il Paese a Pasqua, ha fatto repentina marcia indietro con tanto di solenni scuse, qualcosa si sta muovendo per venire incontro alle legittime proteste delle Partite Iva: il premier Draghi ha aperto a un decretoSostegnibis e il sottosegretario alle Finanze, Durigon, parla di un intervento entro la fine di aprile dedicato a sostenere finanziariamente soprattutto i piccoli, quelli che, a differenza dei “grandi” e delle multinazionali, non hanno ancora trasferito la loro sede legale in qualche paradiso fiscale – anche europeo – a fiscalità zero o comunque molto bassa. Staremo a vedere.

Intanto, dalla Cgia di Mestre, si fanno qualche conto, chiedendo per il 2021 un “anno biancofiscale per circa 28 miliardi di valore, cui dovrebbe aggiungersi un intervento per almeno 50 miliardi di euro a sostegno dei “piccioli”, quelli più penalizzati dalle chiusure delle attività. Proposte condivise e fatte proprie dal neo responsabile per le attività produttive della Lega, Massimo Bitonci. 

Ma che dire dei costi della giustizia per processi che manco dovevano iniziare? Ne sa qualcosa il leader della Lega, Matteo Salvini, chiamato alla sbarra per avere fatto, da ministro all’Interno, nient’altro che il suo dovere rallentando l’invasione dei clandestini provenienti via barcone dall’Africa. Dopo una serie di audizioni di ministri del governo Conte Uno e Due, talvolta sfociate pure nel ridicolo, ecco il pubblico ministero chiedere il non luogo a procedere verso il reo perché il fatto non sussiste. Bingo! Ma se il fatto non sussiste, perché non ci si è accorti anche prima che l’accusa non reggeva, che era un insulto alla ragione e alla realtà? Intanto, oltre al caravanserraglio di ministri sfilati nell’aula di tribunale, perizie, spese per legali e quant’altro, qualche bel soldo è stato speso sia dallo Stato per assicurare lo svolgimento dell’accusa che dalla difesa chiamata suo malgrado in causa. E’ troppo chiedere maggiore responsabilità a chi decide della vita altrui? Sarebbe bello saperlo, specie se si considera che nel solo 2018 lo Stato ha dovuto sborsare 33.373.830 euro per risarcimenti alle persone ingiustamente sbattute al gabbio.

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