Il mandato alla guida della Conferenza delle Regioni di Stefano Bonaccini è giunto al termine e le trattative per arrivare alla nomina del suo successore, hanno visto il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimo Fedriga, in testa tra i possibili aspiranti.
Il presidente dell’Emila Romagna Bonaccini ha annunciato con un messaggio via social la decisione di rimettere il manbdato, anche a causa del mutato equilibrio politico tra centro sinistra e centro destra, con quest’ultimo uscito vincente (e di gran lunga maggioritario) dall’ultima tornata elettorale regionale.
La candidatura di Fedriga alla guida dell’organismo di mediazione tra Stato e Regioni è stata in discesa, in quanto le regioni a guida del centro destra hanno già dato il loro assenso alla nomina. Un assenso che è stato fatto proprio anche dalle altre regioni, con un’elezione che è avvenuta all’unanimità.
Fedriga, 41 anni, è il XXXIII presidente dell’organismo e in quarant’anni d’attività è il secondo presidente espresso dalla Lega. Vicepresidente della Conferenza delle Regioni è stato eletto il pugliese Michele Emiliano.
Soddisfatto il governatore del Veneto, Luca Zaia: «sono stato il primo sostenitore di Fedriga», ribadendo di non essere stato coinvolto nell’ipotesi della carica.
Alla guida delle regioni sale un esponente della Lega e del regionalismo speciale: uno scenario che, assieme a quello del nuovo ministro agli Affari regionali Mariastella Gelmini, dovrebbe fare tornare sul binario di marcia, si spera dell’alta velocità, il processo di maggiore autonomia riconosciuto dalla Costituzione e richiesto con un referendum popolare da Lombardia e Veneto nell’ormai lontano 2017, dopo essere finito sul binario morto sotto la guida del meridionalista Dem Fracesco Boccia.
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