La fine della pandemia da Covid-19 è vicina: lo testimoniano i Veneziani del 1500

A poco valgono le chiusure delle attività che scatenano solo la ribellione degli imprenditori interessati. Manifestazioni di piazza a Roma dinanzi a Montecitorio e in altre città.

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fine della pandemia
Una delle tante manifestazioni in corso delle città italiane per chiede la riapertura delle attività.

Con buona pace del ministro alla sanità italiano, Roberto Speranza, la fine della pandemia da Covid-19 arriverà naturalmente, non certamente grazie ai suoi strambi ukaze che finiscono solo per accoppare l’economia nazionale, non per ridurre i morti che continuano a galoppare grazie alla sua poco efficace politica di contenimento e di vaccinazione.

A testimonianza del fatto che più di uno scalcagnato ministro può la natura, torna buono un antico detto veneziano che alcuni ascoltatori hanno portato all’attenzione de “Lo Schiacciasassi”. 

Nel 1500, i Veneziani non sapendo più a che santo votarsi a causa della epidemia della peste che non voleva andarsene, nelle loro preghiere promisero di erigere una chiesa. La chiesa del Redentore, una delle più ricche e belle di Venezia, che da sola vale una visita alla Serenissima. Quando fu posata la prima pietra erano passati un Natale e due Pasque. Di lì a poco arrivò la fine della pandemia. Da lì nacque il detto veneziano secondo cui perché passi una pandemia “ghe voe un Nadae e do Pasque” (ci vuole 1 Natale e 2 Pasque). 

Dato alla saggezza dei Veneziani quel che è dei cittadini della Serenissima, le continue proroghe delle chiusure di bar, ristoranti, negozi di generi non di prima necessità, servizi alla persona, ecc. sono scesi in piazza in numerose città italiane, anche con il blocco di alcune autostrade. A Roma, dinanzi a Montecitorio, la manifestazione più importante organizzata da #IoApro e dal Mio, sfociata anche in qualche tafferuglio tra manifestanti e forze dell’ordine. 

La richiesta dei manifestanti è una sola, anzi due: la prima, la più importante, autorizzare la riapertura degli esercizi chiusi perché la chiusura non è assolutamente servita a contenere la diffusione e la fine della pandemia. La seconda, l’allontanamento con disonore dal governo del ministro Speranza.

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