Le imprese venete chiedono più semplificazione dei bandi per Fondi UE

Indagine SiCamera-InfoCamere con Cciaa Venezia nell’ambito del progetto “Sisprint”.

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Il 33% delle imprese venete ha intenzione di utilizzare i finanziamenti europei e i fondi comunitari, ma chiede una netta semplificazione delle procedure amministrative, l’utilizzo di un linguaggio semplice nei bandi e nella modulistica e assistenza tecnica. Il dato emerge da un’indagine effettuata da SiCamera e InfoCamere su oltre 32.000 imprese italiane nell’ambito del progetto “Sisprint” (Sistema integrato di supporto alla progettazione degli interventi territoriali) condotto da Unioncamere e dall’Agenzia per la Coesione territoriale, finanziato dal Pon Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020 e coordinato in Veneto dalla Camera di commercio di Venezia-Rovigo. 

Per affrontare la scrittura e la presentazione delle domande, il 54% delle imprese venete lamenta la difficoltà di adempiere alle richieste, il 24,6% l’eccessiva distanza di tempo tra richieste e assistenza, e il 29,4% la poca rispondenza degli strumenti alle esigenze delle imprese. Altre osservazioni riguardano il fatto che i settori dei bandi non sono attinenti alle attività dell’impresa (19,4%), la contenuta assistenza da parte delle amministrazioni responsabili (14,8%), le dimensioni imprenditoriali troppo limitate (17,3%), la scarsa chiarezza degli istituti di credito (11,7%) e le difficoltà legate all’obbligo di presentare garanzie e fidejussioni (8,5%). 

Per oltre la metà delle imprese regionali sarebbe indispensabile una semplificazione delle procedure, un linguaggio (41,1%), assistenza tecnica per l’accesso ai bandi e in itinere (20%), una documentazione amministrativa standard (16%), una comunicazione maggiormente mirata a target specifici (12,2%), un’informazione più approfondita sulla tempistica di avvio (15,5%) e tempi certi per la pubblicazione degli avvisi, la valutazione del progetto e i pagamenti (6,7%). 

Tra gli ambiti d’intervento vengono indicati principalmente la salute e il benessere (43,6% degli intervistati), quindi le politiche del lavoro (30,6%), l’istruzione di qualità (37,1%), la riduzione della povertà (24,2%), l’utilizzo delle fonti rinnovabili (13,7%), le infrastrutture (11%), la ricerca e l’innovazione tecnologica (11,7%), la riduzione dei tempi della giustizia (13,5%), una maggiore sicurezza e legalità (10%) ed il tema della mobilità e dei trasporti (7,1%). 

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