Il neo ministro agli Affari regionali, Maria Stella Gelmini, ha effettuato una visita istituzionale in Friuli Venezia Giulia per discutere di finanziamenti agli enti locali e per firmare il primo accordo nazionale volto a portare le vaccinazioni in ambito lavorativo.
«Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha posto in maniera molto concreta la necessità di accelerare gli accordi finanziari per poter utilizzare in tempo di pandemia le risorse a disposizione nel più breve tempo possibile – ha detto Gelmini a Trieste-. Credo sia una richiesta legittima e giusta. Da parte del Governo c’è la massima disponibilità a convocare il tavolo già la prossima settimana per poter dar seguito a questa richiesta e poter utilizzare le risorse, che devono essere il frutto di un accordo da raggiungere anche con altre Regioni. Ma siamo assolutamente disponibili a farlo e agevolare la richiesta della regione».
Sul tema, ha precisato Gelmini, «serve un confronto con il Mef e lo renderemo possibile. Ci auguriamo di trovare soluzioni per spendere risorse, semplificare e favorire la ripartenza». Per quanto riguarda la regionalizzazione della scuola, tema posto dalla Regione, «con il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi – ha concluso Gelmini – ci sarà un confronto a breve. La richiesta di regionalizzare l’ufficio scolastico regionale non può che vedere la condivisione innanzitutto del ministro competente. Sarà mia cura favorire un incontro tra il presidente Fedriga e il ministro Bianchi».
La prossima settimana, ha anticipato Gelmini, «come Governo incontreremo le regioni e ci sarà una conferenza Stato-Regioni dedicata alla presentazione da parte del ministro dell’Economia, Daniele Franco, del Recovery Plan. All’interno del Piano, il tema della semplificazione è un tema assolutamente importante e sensibile così come l’accelerazione nell’investimento dei fondi che troppe volte rimangono postati senza produrre risultati concreti».
Secondo il ministro, «le regioni e le Autonomie devono essere protagoniste anche per la definizione del Recovery. Dobbiamo correre i tempi sono stretti, ma io ho chiesto e ho avuto massima disponibilità da parte del presidente del Consiglio, Mario Draghi, e da parte del ministro Franco a un confronto con le Regioni sul tema Recovery».
Da parte sua, il governatore Massimiliano Fedriga ha evidenziato come la regione «non chiede più soldi al Governo con la revisione dei patti finanziari, ma chiede di versarne meno rispetto a quelli che dal 2011 versa in più rispetto a quanto sancito da Costituzione e Statuto. Soprattutto in un momento di pandemia, penso sia arrivato il momento di rivedere i rapporti. Il contributo straordinario – ha spiegato Fedriga – è qualcosa in più che le Regioni a Statuto speciale versano, e il Friuli Venezia Giulia più di tutti, rispetto agli accordi statutari e costituzionali delle competenze che esercitiamo invece dello Stato. Non si tratta di sconto, ma di dare meno nostre risorse. Noi siamo una Regione che paga autonomamente sanità, trasporto pubblico locale, autonomie locali e siamo quella che versa di più, quasi il 13% del bilancio a differenza di qualsiasi altra regione Speciale che arriva al 9,5%».
Fedriga ha sottolineato che «con il ministro Gelmini abbiamo in essere una interlocuzione costante. Stiamo approfondendo insieme tutte le questioni che interessano la nostra Regione», tra cui la revisione dei patti finanziari. Al Governo inoltre «chiediamo maggiori competenze che possano valorizzare l’autonomia e la specialità del Friuli Venezia Giulia».
Durante l’incontro sono stati affrontati anche i temi legati al piano vaccinale, alla regionalizzazione dell’istruzione scolastica e al Recovery Fund. «Il ministro Gelmini ha dimostrato grande disponibilità al confronto per costruire insieme il Recovery Fund. In questa partita strategica per il Paese non possono esistere giocatori solitari. Tutte le istituzioni devono fare squadra con il Governo per spendere in tempi rapidi le risorse messe a disposizione dal Recovery Fund».
Gelmini ha incontrato anche il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, il quale ha espresso al ministro la richiesta di «intervenire con la massima attenzione per l’integrazione della Commissione Paritetica Stato-Regione con i tre componenti di nomina governativa, facendo così in modo che possa riprendere a lavorare immediatamente su problematiche essenziali» come quelle illustrate nell’incontro con Fedriga.
Da Trieste a Pordenone nella sede di Confindustria Alto Adriatico, dove Gelmini ha firmato un accordo con gli imprenditori per portare le vaccinazioni direttamente negli ambienti di lavoro.
«Questo protocollo è un atto di grande assunzione di responsabilità, in un tempo difficilissimo, da parte della Regione, delle Confindustrie e delle parti sociali regionali che mettono in campo una sinergia attorno a un modello che rappresenta anche un metodo, che mi auguro diventi paradigma a livello nazionale – ha detto Gelmini -. Serve uno sforzo corale e moltiplicare i punti vaccinali: in questo senso, le fabbriche sono uno snodo fondamentale. Sarà centrale anche sollevare da responsabilità di tipo penale coloro che sono chiamati a svolgere esclusivamente il loro dovere, favorendo le immunizzazioni».
L’accordo è stato sottoscritto tra Regione, Confindustria Friuli Venezia Giulia e organizzazioni sindacali per la somministrazione dei vaccini anti-Covid direttamente nelle fabbriche grazie all’intervento della Cooperativa Medici Cure Primarie Friuli Occidentale e degli esponenti della Croce Rossa Italiana. Alla cerimonia della firma dell’atto, apposta dal governatore Massimilano Fedriga, dai presidenti di Confindustria Friuli Venezia Giulia, Giuseppe Bono, di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti e Confindustria Udine Anna Mareschi Danieli, ha partecipato anche il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini. Il costo dell’operazione – al netto di quello per i vaccini, forniti dalla struttura commissariale nazionale – sarà sostenuto direttamente dagli imprenditori e dalle Territoriali regionali.
«Siamo di fronte a un’operazione importante, che riguarderà decine di migliaia di persone, facilitata logisticamente dal fatto che si trovano tutte assieme nello stesso posto di lavoro: pensiamo possa alleviare moltissimo il piano vaccinale regionale e nazionale – ha affermato il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti -. L’operazione viene pagata dagli imprenditori proprio com’è accaduto per le altre portate a termine nell’ultimo anno da quando è scoppiata la pandemia, tra cui l’acquisto dei vaccini antinfluenzali in Svizzera e l’applicazione di oltre 75.000 tamponi agli addetti di tutti i settori, che hanno permesso di evitare lo scoppio di focolai di grandi dimensioni».
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