Osservatorio consumi Confimprese-EY: a febbraio calo del 35,8%

Il crollo più importante arriva dalla ristorazione -50,3%, l’abbigliamento chiude a -36,5%, il non alimentare riduce le perdite col -6,2%. I centri commerciali mostrano un calo pari a -43,2%. Il settore viaggi segna un pesante -59,9%.

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Secondo le risultanze dell’Osservatorio consumi Confimprese-EY, il mese di febbraio 2021 chiude con un calo del -35,8% e, sebbene ci sia un recupero di 22,6 punti percentuali su gennaio, il dato è ancora fortemente negativo. Il lieve miglioramento è dovuto al momentaneo allentamento delle restrizioni in alcune regioni del Paese, ma sull’anno mobileultimi 12 mesi – il crollo si attesta al –46,3%.

I dati dell’Osservatorio consumi Confimprese-EY evidenziano una situazione di grande instabilità, che potrebbe mutare nelle prossime settimane non solo a causa delle nuove misure di emergenza sanitaria pronte a essere varate in vista della Pasqua, ma anche del peggioramento generale della curva pandemica. 

A febbraio continua la discesa della ristorazione che si conferma il settore con i risultati più negativi -50,3%, seguita dall’abbigliamento -36,5%. Il non alimentare contiene le perdite a -6,2% rispetto a febbraio 2020. Il bilancio sugli ultimi 12 mesi vede così la ristorazione perdere il -56,5%, l’abbigliamento il -46%, il non alimentare il -29,1%.

Tra i canali di vendita, il mese vede sempre in sofferenza il settore viaggi con un –59,9%. La pesante situazione, che vede il mancato afflusso di turismo italiano e straniero, sta imponendo agli operatori del settore un ripensamento dei format e una rimodulazione dell’esperienza d’acquisto per il futuro. 

Continua la flessione di centri commerciali -43,2% e outlet -36,5%. Risultati meno sconfortanti per le altre località con -27,8%. In recupero le “high street” che chiudono a -27,6%, un risultato quest’ultimo in gran parte dovuto alla chiusura dei centri commerciali nei fine settimana e al conseguente affollamento dei centri città e delle vie degli acquisti. 

Le aree geografiche mostrano andamenti abbastanza simili, anche se la peggiore è l’area Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna) con -40,5%, seguita dall’area NordEst (Emilia Romagna, Triveneto) -38,3% e dall’area Sud (Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata) -36,1%. A sorpresa l’area NordOvest (Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta), segnata dal peso della regione più colpita dall’anno di pandemia, chiude il mese a -31,6%.

A questo punto c’è da chiedersi se un anno di pandemia abbia influenzato le abitudini d’acquisto degli italiani, allontanando la prospettiva di un ritorno alla normalità.

«Febbraio 2021 segna ancora un forte calo dei consumi (-35,8%), influenzato dalle chiusure e dalla ridotta mobilità – dichiara Paolo Lobetti Bodoni, med business consulting leader di EY –. Iniziamo a osservare anche un cambiamento negli stili di consumo degli italiani che, a distanza di un anno dall’emergenza, si stanno abituando a rinnovare meno spesso l’abbigliamento e a non poter consumare i pasti fuori casa. Sarà importante capire se questo trend si confermerà anche in presenza di futuri allentamenti delle misure sanitarie, o se sarà necessario un periodo più lungo di assestamento, prima di poter tornare alle vecchie abitudini».

Esaminando l’andamento per territori, secondo l’Osservatorio consumi Confimprese-EY emerge come per la prima volta dall’inizio del confinamento l’andamento più negativo si registra in Umbria, che perde il 74,3% a causa del colore rosso che l’ha contrassegnata per quasi tutto il mese di febbraio. Al secondo posto, sia pure molto distanziato in termini percentuali, il Trentino Alto Adige -56,4%, che paga anch’esso le restrizioni adottate soprattutto nell’area di Bolzano, così come l’Abruzzo -47,4%. 

A sorpresa la Toscana scende sotto la soglia del 50% che l’ha contrassegnata per l’intero anno di pandemia e segna -42,6%, seguita da Campania -42,4%, Liguria -42,3% ed Emilia Romagna -41%. 

Il Molise registra un calo del -39,7%. Seguono Valle d’Aosta -38,3%, Lazio -37,6%, Sardegna -36,7%, Friuli Venezia Giulia -35,2%, Puglia -34,8%, Veneto -33,1%, Marche -32,9% e Piemonte -32,7%. 

In ripresa la Sicilia -31,9% dopo il tonfo di gennaio a -75,9% che l’aveva consacrata peggiore regione d’Italia e la Lombardia, che nonostante rimanga la regione più colpita, chiude in terzultima posizione -29,7%, meglio solo la Calabria -28,8% e la Basilicata -26,2%. 

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