Dopo un’estate in cui erano stati colti segnali di recupero complessivi e confortanti, l’indagine sulla congiuntura dell’economia trentina relativa all’ultimo trimestre del 2020 – curata dall’Ufficio studi e ricerche della Camera di commercio, in stretto collegamento con ISPAT-Istituto di statistica della Provincia – traccia un quadro che risente pesantemente della cosiddetta “seconda ondata” della pandemia da Covid-19 e rileva nuove, gravi conseguenze sulla capacità produttiva delle aziende, in particolare quelle legate all’industria turistica.
La ripresa dei contagi e le conseguenti restrizioni introdotte dai DPCM del 24 ottobre e del 3 novembre hanno penalizzato in modo significativo la stagione invernale nei suoi mesi più importanti, quelli che coincidono con le festività natalizie. Oltre all’impossibilità di accedere agli impianti sciistici, sono stati annullati importanti eventi catalizzatori dei flussi turistici, come i mercatini di Natale e gli eventi collegati alle festività.
I risultati dell’indagine mettono in evidenza un quadro di crisi marcata dell’economia trentina, con una perdita di fatturato complessivo, per i settori indagati, pari a -14% nel trimestre. La riduzione dei ricavi è significativa, seppur più contenuta rispetto a quella evidenziata nel trimestre aprile-giugno, che era coinciso con il momento più acuto della prima ondata di contagi e che aveva causato una riduzione del fatturato prossima al 30%.
I ricavi delle vendite subiscono importanti contrazioni, ma non di portata drammatica per settori come il manifatturiero, i trasporti e il commercio, che oscillano tra il -3 e il -6%. Altri ambiti, come l’edilizia, evidenziano invece una sostanziale tenuta, mentre i servizi alle imprese risultano addirittura in crescita, anche per effetto di un aumento della domanda di prestazioni legate proprio alla presenza della pandemia, come ad esempio la pulizia e la sanificazione.
Risulta invece più negativa la situazione per i servizi alla persona, che registrano un calo superiore al 12%, ma sono soprattutto le categorie ristoranti-bar (-48,1%), attività sportive e ricreative (-59,9%) e il settore ricettivo (-74,1%) a caratterizzarsi per le contrazioni più drammatiche, segnando un divario cospicuo rispetto agli altri settori.
Analoghe considerazioni si possono fare sull’andamento dell’occupazione, nonostante sia in parte distorto dal provvedimento che impedisce i licenziamenti e tra gli occupati vi siano anche tutti gli addetti temporaneamente in cassa integrazione. A fronte di un’occupazione con variazioni poco significative nei settori meno colpiti, si riscontra una contrazione del 25% per ristoranti-bar e addirittura del 50% per gli alberghi e le altre strutture ricettive.
Il giudizio degli imprenditori trentini sulla redditività e sulla situazione economica delle proprie aziende evidenzia un sensibile divario tra settori, da ricondursi al diverso impatto con cui la crisi, negli ultimi mesi del 2020, ha colpito i principali comparti dell’economia locale. Tra le imprese del ricettivo, dei ristoranti-bar e delle attività sportive-ricreative si rileva un’ampia a percentuale di giudizi insoddisfacenti compresa tra l’80 e il 90%. Migliore, ma pur sempre molto negativa, risulta la situazione nei servizi alla persona, con oltre il 55% delle imprese insoddisfatte della loro redditività. I restanti settori evidenziano invece una situazione meno drammatica.
Le opinioni degli imprenditori sulle prospettive aziendali (arco temporale di un anno) sono meno negative rispetto al loro giudizio sulla situazione economica degli ultimi mesi, ma pur sempre poco confortanti. Il 22,3% dei titolari si aspetta un andamento in crescita, il 52,3% prevede una condizione stazionaria, mentre il restante 25,4% ritiene che subirà un peggioramento.
“Sulla base di questi dati – ha detto Giovanni Bort, presidente della Camera di commercio di Trento e di Confcommercio imprese Trentino – nel corso del 2020 il sistema economico Trentino ha perso il 9,3% del fatturato complessivo, pari a circa 3 miliardi di euro. La mancanza di queste risorse non solo peserà fortemente nei prossimi mesi in termini di minori investimenti e di minore capacità di spesa delle famiglie, ma potrà favorire l’infiltrarsi della criminalità nel tessuto imprenditoriale locale».
Il drastico calo dell’economia trentina avrà inevitabili ripercussioni anche sul bilancio dell’Autonomia trentina che si regge quasi per intero sul gettito tributario locale, con conseguente calo delle risorse disponibili per il pagamento dei servizi e per la programmazione degli investimenti.
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