Ingresso in Tirolo: da oggi gli autisti dei Tir italiani devono pagarsi il tampone Covid

La provincia di Bolzano non paga più. 40 euro a test. La protesta di Conftrasporto al Governo Draghi: «serve reciprocità di trattamento con gli ingressi in Italia dall’estero».

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Colonna autisti in attesa del test Covid alla Sadobre di Vipiteno in uscita dall'Italia.

Non cessa di fare discutere il provvedimento austriaco che, per l’ingresso in Tirolo, chiede agli autotrasportatori provenienti dall’Italia l’esibizione di un test negativo per il Covid-19 appena effettuato e redatto in tedesco o in inglese.

Se nei giorni scorsi era intervenuta la provincia di Bolzano e la stessa sanità militare effettuando oltre 13.000 test con solo una ventina di positivi per ovviare al provvedimento deliberato tra capo e collo sulla testa dei camionisti, creando disagi e lunghi incolonnamenti al Brennero in attesa di effettuare il test, ora la “novità” che i test saranno a pagamento da parte degli autisti, previo l’esborso di 40 euro. Una decisione che ha fatto scattare la reazione di Conftrasporto Confcommercio, che ha scomodato perfino la parodia del compianto Troisi: «Chi siete? Cosa portate? … Un fiorino». 

«Non ci resta che piangere – commenta infuriato il presidente di Conftrasporto Confcommercio Paolo Uggè -. Bene che il neo ministro dei trasporti Giovannini scriva lettere alla Commissione europea e chieda il rispetto del principio della libertà di circolazione delle merci, ma, anche di fronte a quest’ennesima beffa imposta all’Italia da un altro Paese comunitario, scrivere non basta più».

Uggè utilizza un altro detto popolare, reso famoso dal presidente della Repubbilica Sandro Pertini: «A brigante, brigante e mezzo»: «a questi Paesi bisogna rispondere applicando quantomeno il principio di reciprocità. Per l’economia nazionale e per i trasportatori, ogni ritardo, ogni rallentamento, significano perdita di competitività e maggiori costi. L’Italia deve immediatamente dislocare unità mobili di controllo sanitario e di sicurezza all’entrata del nostro Paese per coloro che provengono dalla Germania e dall’Austria attraverso il Tirolo. Da anni l’Austria ci impone il contingentamento dei mezzi pesanti, danneggiando pesantemente le nostre imprese e l’intera economia italiana». 

«L’asse del Brennero garantisce l’integrazione dell’Italia con il mercato unico europeo. È il principale valico alpino per volumi di merci in transito (oltre 40 milioni di tonnellate nel 2018), ed è percorso da 4,5 milioni di Tir all’anno che non hanno come origine né destinazione l’Austria – snocciola Uggè -. Chiudendo le porte alla libera circolazione, per ogni ora di ritardo nell’attraversamento del valico per l’ingresso in Tirolo, la nostra economia paga già più di 370 milioni di euro su base annua. L’obbligo del tampone aggiunge un altro ostacolo alla libera circolazione delle merci, un danno ingentissimo al nostro sistema economico, già duramente provato. Un danno al quale, da oggi, si aggiunge la beffa dei 40 euro che gli autotrasportatori dovranno sborsare per effettuare il test a Vipiteno».

Sulla richiesta di applicare la reciprocità per gli ingressi in Italia, il presidente del Transitforum Austria-Tirol, Fritz Gurgiser, attacca in una lettera aperta al governo federale di Vienna ed al cancelliere Sebastian Kurz, Conftrasporto Confcommercio.

«Combattere la pandemia deve essere l’obiettivo primario di tutti gli Stati e non deve fallire a causa di egoismi disumani – afferma Gurgiser -. L’obbligo di presentare un test negativo è un provvedimento per tutelare la salute dei conducenti malpagati e non ha assolutamente nulla a che vedere con il desiderio di libera circolazione delle merci». 

Per Gurgiser è «una sciocchezza affermare che la spesa per il test di 40 euro causigravi danni al sistema economico italiano”». Transitforum è d’accordo con Conftrasporto che «ha chiesto che l’Italia testi i conducenti di camion provenienti dal Tirolo» e chiede che questi test «siano effettuati già al confine di stato di Kufstein/Kiefersfelden» in entrata dalla Germania. 

Uggè non si fa pregare per cavalcate la polemica con Transitfourm: «concordo con il signor Gurgiser sul fatto che combattere la pandemia debba essere l’obiettivo primario di tutti gli Stati e che anche l’Italia dovrebbe adottare le stesse misure applicate dall’Austria e dalla Germania, ma rigetto con forza l’accusa di egoismo mossa questo signore. In tema di salute, le nostre premesse collimano, quindi i controlli facciamoli anche noi ai camionisti austriaci e tedeschi che entrano nel nostro Paese: lo chiedo da giorni. Altra cosa: forse il signor Gurgister non lo sa, ma l’esito del tampone per l’ingresso in Tirolo è valido solo per 48 ore, dopodiché va ripetuto ogni volta che si intende viaggiare in quella direzione. Tragga lui le considerazioni che crede».

«Per inciso – incalza Uggèevidenzio che in una recentissima agenzia di stampa è apparso un dato sul quale dovrebbe riflettere il signor Gurgiser: su 850 conducenti testati, ne è risultato positivo uno solo. Questo conferma che forse l’unica scelta fatta dal Governo BisConte sia stata quella che riguardava i conducenti dei mezzi pesanti. Se Gurgiser vuole trovare qualcuno che dice sciocchezze o affronta questioni serie con furba superficialità, si guardi allo specchio».

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