Mi sono permesso di intervenire più volte sul tema della ormai vicina scadenza, nel 2023, delle concessioni della preziosa gestione delle principali centrali idroelettriche presenti in Trentino, oggi in capo al Gruppo Dolomiti Energia. L’ho fatto, in tutta modestia, avendo avuto la grande opportunità di vivere professionalmente anche questo fondamentale settore produttivo dal 1990 al 2001 quale amministratore di ASM di Rovereto prima e anche di Trentino Servizi dopo, e in seguito come assessore comunale di Rovereto dal 2005 al 2010. Sono quindi temi che mi sono rimasti vivi nel cervello e nel cuore e ai quali ancora adesso mi sento molto vicino.
Come ormai in tanti sanno, sono in gioco 17 impianti idroelettrici su 34 esistenti, capaci di produrre mediamente ogni anno oltre 5 miliardi di chilowattora di preziosa energia pulita e rinnovabile, pari a quasi l’85% della produzione totale in Trentino. proprie aziende operative. Il Gruppo DE, tra le maggiori multi-utilities italiane, vanta un capitale sociale per oltre il 70% di proprietà di soggetti pubblici. Socio principale è FinDolomiti Energia, partecipata in parti uguali dalla Provincia Autonoma di Trento e dai due comuni di Trento e di Rovereto. Con FDE sono soci del Gruppo DE pure molti comuni del Trentino. Tutte queste comunità si giovano di servizi di elevata qualità a costi tra i più bassi in Italia e non solo. Più di 1.400 sono i dipendenti del Gruppo DE e tutti altamente professionalizzati, quasi un miliardo e mezzo il fatturato complessivo del Gruppo, importanti i dividendi per i soci, come pure ingenti sono le risorse garantite ai territori su cui insistono le centrali idroelettriche attraverso i sovra canoni loro destinati per ogni chilowattora prodotto.
Questi sono alcuni dati che evidenziano, se ce ne fosse ancora bisogno, quanto questa partita sia strategica per tutto il Trentino. Avendo il Gruppo DE, seppur in quota significativamente minoritaria, pure soci privati, questo impone la messa in gara delle preziose concessioni di gestione. Alle norme europee e nazionali qui si sommano quelle provinciali, stante che la Provincia Autonoma di Trento in materia di energia e di utilizzo dell’acqua, ha competenza primaria. Delle due l’una: o viene riconosciuto il totale controllo della gestione del Gruppo DE da parte dei soli soci pubblici, che pur ne detengono oltre il 70% del capitale sociale, o lo stesso Gruppo DE dovrà individuare un proprio soggetto d’impresa totalmente pubblico, a cui la Provincia potrà concedere in affidamento diretto, ovvero senza gara, la ricca gestione delle varie centrali idroelettriche per altri 30 anni.
La prima ipotesi la vedo, politicamente e giuridicamente, inopportuna se non impossibile. Ritengo, invece, molto percorribile la seconda soluzione. A mio modesto parere, infatti, il richiesto soggetto d’impresa con capitale sociale in possesso di soli soci pubblici c’è. E’ proprio la holding Findolomiti Energia, come già detto partecipata esclusivamente dalla PAT e dai due comuni di Trento e di Rovereto. Si tratta di apportare allo statuto della suddetta società qualche minimo aggiornamento, in modo tale che la stessa possa essere intestataria delle importanti concessioni idroelettriche e, quindi, possa gestire direttamente e/o con proprie società operative le centrali idroelettriche. Un’ipotesi che necessita certamente di opportuni approfondimenti giuridici e, soprattutto, dell’accordo dei tre soci pubblici sopra indicati. Ma indubitabilmente percorribile. Con le suddette minime variazioni nello Statuto della società FindolomitiEnergia, si possono far giungere in capo alla stessa i vari contratti di concessione e di servizio, formalizzando e arrivando in tal modo ad un conferimento diretto della gestione delle centrali idroelettriche trentine alla medesima Società.
La Provincia Autonoma di Trento, una volta centrato l’ambito obiettivo di ottenere le concessioni idroelettriche tramite FinDolomiti Energia, potrebbe cedere la propria quota nella medesima società ai comuni trentini interessati. Assicurando così equamente all’intero nostro territorio i benefici di questa storica operazione. Sono più che mai convinto che l’enorme valore dell’energia idroelettrica prodotta in Trentino e parimenti la tutela del nostro ambiente, richiedano una precisa visione, nonché l’assunzione di responsabilità e uno sforzo comunitari da parte di tutti. Chi meglio di chi abita da secoli questi meravigliosi luoghi montani può mantenerne nel tempo la bellezza?
Sono altresì convinto che in Piemonte e in Lombardia, ad esempio, regioni alpine altrettanto ricche di energia prodotta per via idroelettrica, non se la lasceranno “portar via” facilmente. Idem penso dell’Alto Adige e del Tirolo. La produzione di energia idroelettrica è parte fondante e primaria dell’intera economia delle Alpi. Ritengo che una legittima azione politico-amministrativa di lobbing, intesa alla anglo-sassone, sia a questo punto necessaria, nonché politicamente doverosa tra tutte queste regioni alpine, compreso evidentemente il nostro Trentino, nei confronti del Governo e del Parlamento di Roma e delle istituzioni dell’Unione Europea. Potrebbe nascerne un modello economico alpino valido anche per la Francia, la Svizzera, l’Austria e la Slovenia. Un modello virtuoso di gestione e di tutela dell’ambiente proprio della nuova Europa Green.
Il mio augurio è che la giunta provinciale e i sindaci di Trento e di Rovereto sappiano essere capaci, propositivi e responsabili protagonisti in questa storica partita. Abbiamo certamente le intelligenze, le risorse e le capacità per esserlo. Dipende in gran parte, come sempre, solo da noi. Con la gestione delle concessioni idroelettriche in gioco la tutela del futuro benessere della nostra comunità alpina.
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