Comune di Trento, conclusa la parabola dell’ex candidato sindaco Andrea Merler

L’esponente del centrodestra, assurto alle cronache nazionali per la discutibile affermazione di “sudici sudisti” riferito alla compagine del governo BisConte, si dimette da vicepresidente del Consiglio comunale.

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andrea merler
L'ormai ex vicepresidente del Consiglio comunale di Trento, Andrea Merler.

Fine corsa per la parabola del candidato sindaco del centro destra per la città di Trento, Andrea Merler, uscito drasticamente trombato dall’esito elettorale amministrativo, poi recuperato con la nominaforzata” a vicepresidente del Consiglio comunale nonostante la presenza di candidati migliori e più autorevoli di lui.

Con le dimissioni della carica assembleare, Merler torna ad essere un consigliere comunale semplice, con l’addio ad ogni sogno di gloria per lui e i suoi supporter.

Già all’atto della sua indicazione come alfiere del centro destra nella competizione elettorale per la guida del capoluogo provinciale la scelta del giovane avvocato girapartiti Merler aveva fatto storcere il naso a più d’uno, specie all’interno della sua compagine. Un risultato scaturito dall’incapacità dell’alleanza di centro destra, ed in particolare dall’allora segretario della Lega, Mirko Bisesti (che ha pagato in prima persona il flop elettorale con il commissariamento decretato dal leader Matteo Salvini), azionista di maggioranza della coalizione, di trovare un candidato credibile ed autorevole. 

Dinnanzi all’incapacità di Bisesti di quadrare su una scelta di prestigio (che la Lega aveva nella persona dell’ex senatore Sergio Divina, non sfruttato per insormontabili ed ingiustificabili ruggini personali con i vertici del partito), ricorrendo ad un incredibile bruciatura di un candidato dietro l’altro, fino a nominarne uno, come l’avvocato Andrea Baraccetti, che ha corso qualche giro di giostra prima di venire messo a riposo senza nemmeno un ringraziamento, la scelta di Merler era una sconfitta annunciata, soprattutto per il carattere del personaggio, troppo divisivo e con un ego decisamente sopra le righe.

Ad urne chiuse l’esito è stato senz’appello per Andrea Merler e per i suoi supporter che per lo sforzo fallimentare è stato premiato” con la nomina a vicepresidente del Consiglio comunale, suscitando più di un mugugno, specie tra le fila di una Lega uscita pesantemente ridimensionata dall’esito elettorale cittadino e nelle gare svolte negli altri comuni chiamati al voto, ad iniziare da quella di Rovereto, con il candidato del centro destra uscito doppiato dal sindaco uscente.

L’ormai ex vicepresidente del Consiglio comunale di Trento si è certo distinto per le sue uscite oltre le righe, dirompenti e poco pensate, buone per un fugace orgasmo via social che per lasciare il segno nella storia, ad iniziare da quella epica del gennaio scorso via facebook «Siamo cittadini e non sudditi di sudici sudisti» parlando anche di «Un governo meridionalista e sudista, in salsa Pd e 5Stelle, a trazione foggio-salernitana (con cultura del debito)». Boom anche a livello nazionale!

A fronte di una grandinata di richieste di dimissioni dalla sua carica inopinatamente ricoperta, Merler ha tentato la strategia dell’arrocco con la trattativa con la maggioranza per un accordo di modifica del regolamento d’aula per tagliare le possibilità d’ostruzionismo a fronte proprio del mantenimento di Merler nel ruolo di vice presidente. Un “do ut des” che è rimasto indigesto a molti, soprattutto tra le fila di quegli esponenti del centro destra che non ne hanno mai digerito la sua scelta a candidato a sindaco, prima, e a vice presidente del Consiglio, poi.

Ora le dimissioni irrevocabili sulla nomina di un candidato riservato alle minoranze in seno al consiglio d’amministrazione dell’Azienda forestale comunale, dove le minoranze stesse non sono riuscite a proporre un candidato unitario, con il risultato che la maggioranza di sinistra ha votato quello meno peggio (ai suoi occhi) tra quelli proposte dalle minoranze.

Le dimissioni di Merler sono arrivate sul tavolo del presidente del Consiglio, Paolo Piccoli, con toni non certo morbidi parlando di «forte ripercussione nelle dinamica d’Aula, siano a quando non verrà ristabilito il reciproco rispetto dei ruoli e dei diritti». Insomma, una sorta di annuncio di ostruzionismo futuro ad oltranza, probabilmente ridotto alla sua unica persona, visto che da parte degli altri esponenti della minoranza ci si è immediatamente dissociati.

Andrea Maschio, esponente di Onda Civica, parla di «una buona notizia le dimissioni di Merler. Abbiamo chiesto le sue dimissioni più e più volte vista la dimostrazione d’incapacità dello stesso di svolgere un ruolo tanto delicato quanto prestigioso come quello della vicepresidenza del nostro consiglio comunale senza alcun esito. Qui non siamo di fronte ad un consigliere incapace di svolgere il ruolo della vicepresidenza ma di un politico che durante la campagna elettorale si è forse montato troppo la testa e che ora ha perso quell’equilibrio e quell’aplomb che lo avevano caratterizzato nel passato. Credo sarebbe più opportuno un momento di riflessione per trovare il bandolo di una matassa che pare ormai irrimediabilmente annodata».

Ora le minoranze dovranno provvedere a nominare al più presto un nuovo vicepresidente che potrebbe a buon titolo essere trovato nella figura del leghista Vittorio Bridi, già vicepresidente nella scorsa legislatura e uno dei consiglieri con la maggiore anzianità di carica, che nel corso del suo mandato ha dimostrato equilibrio e buon senso nella rappresentazione delle esigenze della città. 

Si vedrà se nella nomina prevarrà il buon senso o se, ancor auna volta, prevarranno le alchimie dei potentati perdenti.

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