Prezzi dei carburanti: senza accise, il gasolio italiano è il meno caro d’Europa, ma…

Con le tasse la situazione si ribalta. Nelle ultime settimane forti rincari per benzina e diesel con protesta dei consumatori.

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prezzo dei carburanti

I distributori sono le migliori fonti di entrate per il Fisco, visto che le tasse pesano per il 67,7% del prezzo finale della benzina e “solo” il 64,1% per il gasolio: un carico fiscale abnorme sui prezzi dei carburanti che trasformano quelli italiani dai più convenienti d’Europa all’uscita della raffineria in quelli più cari del continente quando si passa alla pompa per il pieno.

Secondo la rilevazione effettuata dall’Unem (Unione energie per la mobilità), al 25 gennaio scorso il divario medio dei prezzi dei carburanti in Italia era di circa 3 centesimi al litro, pari a 3,7 centesimi/litro in meno per il gasolio e a 2,7 centesimi/litro per la benzina in meno rispetto al prezzo medio industriale europeo.

Le cose cambiano drasticamente, quando i carburanti passano sotto le forche caudine del Fisco: quando si aggiungono le accise e l’Iva, la benzina italiana diventamagicamentela più cara d’Europa con un extra di 10,2 centesimi/litro, mentre il gasolio supera il non già invidiabile record della “verde” di ben 12,5 centesimi/litro.

Una tassazione che fa sì che il sistema economico italiano sia meno competitivo a livello internazionale, oltre che meno attraente sul fronte turistico, visto che circa l’80% del movimento turistico in entrata nel Belpaese avviene su quattro ruote e il prezzo di benzina e gasolio di Francia e Croazia costituisce un fattore molto attraente per il turista nordico in cerca di sole.

Non solo: negli ultimi giorni i rialzi sui corsi internazionali del petrolio si sono immediatamente riflessi sui prezzi dei carburanti al consumo. Per il Codacons rispetto a maggio 2020 il pieno di benzina costa oggi 6,5 euro in più, quando i prezzi alla pompa toccarono i livelli più bassi dell’anno (1,365 euro al litro la “verde”, 1,255 euro/litro il diesel).

«Oggi un litro di benzina costa alla pompa il 9,4% in più rispetto allo scorso maggio, mentre per il gasolio si spende l’8,9% in più – spiega il presidente del Codacons, Carlo Rienzi –. L’impennata dei prezzi presso i distributori ha effetti a cascata sulle tasche dei consumatori, perché determina maggiori esborsi sia per i rifornimenti di carburante sia per gli effetti indiretti sui prezzi dei prodotti trasportati e sul comparto energetico. Il rischio concreto è che l’andamento al rialzo dei prezzi di benzina e gasolio produrrà nelle prossime settimane rincari generalizzati per ortofrutta e alimentari, beni che, come noto, viaggiano su gomma, e avrà ricadute negative su tutto il comparto dell’energia, con inevitabili aggravi di spesa per i consumatori».

Per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, «in meno di 3 mesi, il rialzo è stato del 7,5% per la benzina e dell’8,4% per il gasolio. In valore assoluto si tratta di 10,3 cent al litro per la benzina e 10,5 cent al litro per il gasolio». 

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