Confartigianato Emilia Romagna, -11,4% Pil regionale nel 2020

Previsto dal centro studi regionale un rimbalzo del +5,8% nel 2021.

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Nel 2020 in Emilia Romagna il Pil è calato dell’11,4% e una crescita dell’indicatore, nel 2021, pari al 5,8%, «il più dinamico tra le regioni d’Italia, ma non sufficiente a recuperare quanto perso» lo scorso anno: la stima è del centro studi di Confartigianato regionale. 

Nei primi nove mesi del 2020 è previsto un calo del fatturato per le imprese emiliano romagnole medio-piccole pari a 3,7 miliardi di euro anche se si osserva, da parte loro «una maggiore resilienza» visto che «prevedono di recuperare più velocemente rispetto a medie imprese (di cui il 35,3% recupera entro la prima metà 2021) e grandi imprese (di cui il 35,2% entro la prima metà 2021)». 

A giudizio del centro studi della Confartigianato regionale «nell’ultimo anno le imprese mancate, quelle che non sono nate, sono state 4.700 se si confronta il numero di imprese iscritte durante il 2020 con quelle del 2019. Si rileva inoltre una riduzione anche del numero di imprese esistenti: al quarto trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 le imprese registrate totali sono 2.615 in meno e quelle artigiane 1.134 in meno». 

Sul fronte occupazionale, al terzo trimestre del 2020 si contano 42.000 occupati in meno (-2,1%) sullo steso periodo dell’anno precedente mentre sul versante dell’export nei primi 9 mesi del 2020 la vendita oltre confine dei manufatti “Made in Emilia Romagna” ha subito un calo del 10,8%. «Se da una parte il trend pandemico dal punto di vista sanitario sembra aver raggiunto il suo apice – osserva in una nota il presidente di Confartigianato Emilia Romagna, Davide Servadei – non altrettanto si può dire per quanto riguarda l’emergenza economica. Resta una forte preoccupazione su quello che potrà succedere nei prossimi mesi, quando verranno a mancare i supporti messi in campo dalle istituzioni. Lo stesso dato sulla crescita nel 2021 pur se importante non è sufficiente a recuperare ciò che si è perso nel 2020. In questo contesto è chiaro che le risorse previste nel contesto della “Next Generation Ue” saranno fondamentali come elemento trainante della ripresa, ma – conclude Servadei – necessitano di una programmazione e di una gestione seria all’altezza della situazione, nonché di tempi di attivazione rapidissimi». 

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