Venezia Giulia 2025, studio sulle potenzialità di sviluppo della provincia

Nel lavoro curato da The European House-Ambrosetti elencati i punti di forza e di debolezza del territorio. 

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Quali sono i punti di forza della Venezia Giulia (e delle province di Trieste e di Gorizia) e quali quelli da ottimizzare in prospettiva prossimo-futura? La Camera di commercio della Venezia Giulia, in collaborazione con “The European House – Ambrosetti”, ha presentato lo studioVenezia Giulia 2025 – Strategie e azioni per la competitività della Venezia Giulia”, per analizzare i possibili scenari di sviluppo per l’area giuliana alla presenza degli amministratori locali.

«Nato prima dell’arrivo della pandemia da Covid 19 e, quindi, rimodulato – ha spiegato il presidente dell’ente camerale giuliano, Antonio Paoletti – questo studio intende essere lo stimolo per una ampia riflessione sulla situazione socio-economica dell’area giuliana».

Dallo studio è emerso che tra i punti di forza della Venezia Giulia c’è, tra gli altri, il fatto di essere il primo territorio della Regione per fatturato pro-capite e tasso di crescita degli investimenti pro-capite delle aziende, con un valore di export pro-capite due volte superiore rispetto alla media nazionale. 

Allo stesso tempo, la Venezia Giulia, presenta fattori di debolezza che, soprattutto nella fase post-pandemica, potrebbero minarne lo sviluppo futuro, tra cui la capacità di resilienza del suo tessuto produttivo, il calo demografico e l’invecchiamento, e la tendenza alla deindustrializzazione. 

Intervenuto alla presentazione dello studio, il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha sottolineato l’importanza della logistica per lo sviluppo del territorio: «con i nostri porti, interporti e lo scalo aereo multimodale lavoriamo insieme a Austria, Ungheria e Centro Europa e possiamo dare vita a una piattaforma logistica di livello mondiale. Una piattaforma logistica centroeuropea che guardi al lontano Oriente, dove non c’è solo la Cina, ma anche l’India e il suo importantissimo mercato a cui guardare». 

Sul versante della ricerca, come sottolineato da Fedriga, «la nascente Fondazione pubblico-privata dovrà occuparsi, oltre al coordinamento dei poli tecnologici e dei parchi scientifici della regione, anche dell’attività di marketing che è necessaria. Punto di forza del nostro territorio è la formazione, che qui è possibile qui come non lo è da nessun’altra parte, e vogliamo sfruttarlo per richiamare i grandi nomi del terziario avanzato».

Per l’assessore regionale alle attività produttive e al turismo, Sergio Emidio Bini, «i punti di forza dell’economia della Venezia Giulia indicati nello studio Ambrosetti realizzato per la Camera di commercio di Trieste e Gorizia rappresentano un volano per la crescita economica dell’intera regione e collimano con i filoni indentificati dal disegno di legge SviluppoImpresa. Modernizzazione, crescita e sviluppo sostenibile sono le tre macroaree della legge SviluppoImpresa, un provvedimento dalla capacità di visione strategica, innovatrice e di anticipazione di modelli di sviluppo impensabili fino a qualche anno fa».

Tra i punti di contatto tra l’elaborazione di “The European House – Ambrosetti” e il disegno di legge regionale che approderà in Aula la prossima settimana, Bini ha indicato l’innovazione e la digitalizzazione del tessuto produttivo, l’ammodernamento del tessuto commerciale collegato al ripensamento dei centri urbani, il sostegno alle filiere strategiche tra cui la navalmeccanica, il supporto alla crescita di startup e spinoff, il sostegno al lavoro smart e agile e il rilancio dei territori in chiave turistica. 

«La Venezia Giulia – ha assicurato Bini – ha punti di forza che possono favorire la crescita dell’intera regione, tra i quali spiccano la movimentazione delle merci, il primato nell’export navalmeccanico, il forte posizionamento nel terziario avanzato, il numero record di startup e ricercatori e il marcato sviluppo dell’enogastronomia e del turismo ante Covid». 

Secondo l’assessore «occorre lavorare anche sui punti di debolezza, e la Regione è impegnata in prima linea su questo: trattenere i cervelli, ridurre il gap infrastrutturale e contrastare la deindustrializzazione del territorio».

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