Ennesima puntata su quello che ha tutte le carte per diventare l’ennesimo scandalo di spreco di denaro pubblico sull’altare dell’incapacità di gestire correttamente la cosa pubblica da parte del governo BisConte: ora tocca ai famigerati banchi a rotelle fortissimamente voluti dal ministro alla (d)istruzione, la grillina Lucia Azzolina, il ministro dalle labbra rosso shock.
Dopo essere stati acquistati in tutta fretta per assicurare il distanziamento nelle classi italiane, i banchi a rotelle finiscono in magazzino ancora prima di essere stati utilizzati: è quanto sta succedendo in Veneto, dove i presidi della regione hanno deciso di toglierli dalle classi in quanto ritenuti scomodi e poco pratici da parte di tutti gli studenti cui sono stati assegnati. Non solo: per gli alunni più piccoli o più grandi sono anche fonte di dolorosi disagi alla corretta postura, tanto da indurre l’assessore regionale all’istruzione, Elena Donazzan, a ritirarli dalle aule scolastiche e avviarli al magazzino.
Insomma, se non si è all’epilogo dell’ennesima vicenda emergenziale gestita di male in peggio dal governo BisConte e dal suo braccio operativo commissariale poco ci manca. Intanto, ci s’interroga, come fa la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, sullo «spreco di ben 460 milioni di euro per l’acquisto di banchi scolastici innovativi, ma inutilizzabili». Giudizio tranciante cui s’è aggiunto anche il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che pure dovrebbe essere corresponsabile di una simile decisione, non foss’altro che il suo partito era a tutti gli effetti componente della maggioranza che sorreggeva il dimissionario BisConte.
Ombre anche sulla reale cifra spesa per l’acquisto dei banchi a rotelle in plastica: se Meloni e Renzi parlano di 461 milioni di euro, dallo staff del commissario emergenziale Domenico Arcuri viene la precisazione di una spesa di “soli” 119 milioni di euro per un totale di 430.000 banchi, ovvero 280 euro l’uno, più del doppio di quelli tradizionali realizzati con ferro e truciolare in legno.
Netta anche la reazione del deputato Bellunese di Forza Italia, Dario Bond: «di tutta la vicenda dei banchi a rotelle, nata male e gestita peggio, è necessario che qualcuno accerti fino in fondo le responsabilità dello spreco di denaro pubblico. Per questo voglio di chiedere alla Corte dei Conti di accertare le responsabilità su tutta la vicenda».
Bond, oltre al probabile danno erariale commesso, getta lo sguardo anche sulle ripercussioni economiche e ambientali connesse con il bando di acquisto dei banchi scolastici: «oltre ad avere predisposto un bando cui la partecipazione da parte delle aziende italiane è stata quanto mai problematica circa il rispetto delle clausole relative ai tempi di consegna contenute nel bando, di fatto largamente non rispettate visto che molte consegne sarebbero state effettuate anche oltre i termini stabiliti – e anche rispetto a questo aspetto chiedo che la Corte dei Conti faccia chiarezza – mi sarei aspettato che la struttura commissariale avesse avuto maggiore rispetto per l’ambiente, cosa che con la fornitura dei banchi non è avvenuta».
Secondo il deputato Bellunese «si sarebbe potuto stabilire una gara con tempi di fornitura più dilatati e per lotti di minori dimensioni, dando la possibilità di parteciparvi a quelle tante aziende di lavorazione del legno attive in montagna che avrebbero potuto utilizzare anche quel legno derivante dagli schianti della tempesta Vaia che è stato in gran parte esportato all’estero sottocosto proprio per l’incapacità di avere uno sbocco sul mercato nazionale. Di più: si sarebbe potuto realizzare banchi a “chilometro zero” interamente in legno, ampiamente sostenibili e riciclabili, magari pure regolabili in altezza in modo da accompagnare nel tempo lo sviluppo del corpo degli alunni. Invece, Azzolina, M5S, Pd e sinistre varie hanno buttato via una vagonata di denaro pubblico per prodotti non ecologici e difficilmente riciclabili come i banchi a rotelle in plastica. Quando con gli stessi soldi si sarebbe potuto realizzare banchi più economici e rispettosi dell’ambiente, facendo lavorare le aziende della montagna lasciando libere risorse per assumere nuovi insegnanti o assicurare migliori cure sanitarie alla popolazione. Per tutti i supporter dell’ex BisConte l’ecologia è buona solo per i gargarismi».
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