Il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, risulta indagato in un fascicolo per abuso d’ufficio aperto dalla Procura di Ferrara sulla vicenda delle presunte pressioni denunciate un anno fa, con un esposto dal sindaco di Jolanda di Savoia, Paolo Pezzolato.
All’origine della vicenda l’audio di una telefonata intercorsa tra Bonaccini e Pezzolato. Secondo Pezzolato, dopo la decisione della vicesindaca Elisa Trombin di appoggiare la candidata leghista Lucia Borgonzoni alle regionali in contrapposizione al candidato Dem Bonaccini, quest’ultimo avrebbe fatto pressioni perché i comuni limitrofi rifiutassero di condividere con Jolanda di Savoia alcuni dipendenti.
Nell’audio consegnato da Pezzolato si sentirebbe affermare «la cosa che dico solo – disse Bonaccini parlando con l’amministratore e riferendosi a Trombin – è che dal candidarsi con me al trovarsela di là… chiaro che dopo allora c’è un giudizio. Se per caso vinco io, come è probabile, dopo però non mi cercate più».
L’indagine della Procura di Ferrara sarebbe prossima ad una svolta e gli inquirenti invitano alla massima prudenza, dopo che mesi scorsi era stata chiesta una proroga per concludere gli accertamenti su Bonaccini indagato.
Da parte sua Bonaccini si dichiara «tranquillo, esattamente come lo ero un anno fa. Non solo perché ho fiducia nell’azione della magistratura, ma anche perché sono totalmente estraneo ai fatti riportati. Peraltro, della trasparenza e dell’onestà ho fatto le bandiere del mio impegno politico amministrativo, come sa bene chi mi conosce. Tengo sempre nettamente distinti il piano politico da quello istituzionale»
Per Bonaccini «la vicenda sollevata dal sindaco di Iolanda di Savoia in campagna elettorale un anno fa, a ben vedere, non riguarda né la Regione né il sottoscritto, ma i singoli rapporti tra i comuni di quel territorio. Cosa su cui non mi compete né esprimermi né, men che meno, ingerire. E infatti non l’ho fatto in passato né lo farò in futuro. Non credo si possa non dico dimostrare, ma neppure sostenere – prosegue – che la Regione Emilia Romagna abbia mai riservato un trattamento di sfavore al comune di Iolanda di Savoia. Anche in questo caso parlano i fatti, quelli passati come quelli presenti. Aggiungo anzi che i cittadini di Iolanda possono star certi che l’attenzione della Regione per i comuni delle aree interne, in questo caso quella del basso Ferrarese, proseguirà e crescerà in questa legislatura; perché il nostro impegno è colmare i divari territoriali, lavorando in stretta collaborazione con le comunità e le amministrazioni comunali. E questo a prescindere dal colore politico dei sindaci».
Le reazioni alla notizia di Bonaccini indagato per abuso d’ufficio non si sono fatte attendere, specie da parte della Lega. «Come nella nostra tradizione, siamo garantisti e attendiamo che la magistratura faccia il proprio corso, ma la vicenda giudiziaria che vede il governatore Stefano Bonaccini iscritto nel registro degli indagati per la vicenda di Jolanda di Savoia non può esimerci da alcune considerazioni – afferma il capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Matteo Rancan -. Pur augurandoci che la vicenda giudiziaria possa avere un epilogo positivo per i protagonisti, invitiamo il Partito democratico e Bonaccini a raccogliere l’insegnamento che emerge da queste brutte pagine di fine campagna elettorale: sia lui che i dirigenti del suo partito facciano un bagno di umiltà e dismettano quei panni che trasudano un senso di onnipotenza figlio di decenni di governo del territorio».
«Il tempo dell’arroganza è finito, è venuto il momento che il Pd cominci a lavorare per il bene di tutti i cittadini a prescindere dalla loro appartenenza politica. Ci auguriamo che queste indagini li richiamino al rispetto dei cittadini e, a questo punto, forse anche della legge – commenta il senatore Andrea Ostellari, commissario della Lega in Emilia -. Amministrando a simpatie, non si fa il bene dei cittadini. Per la Lega la politica è una cosa diversa: non temiamo il confronto sulle idee e sui progetti, e non festeggiamo se qualche avversario viene indagato. Tuttavia ora si faccia tutta la chiarezza che gli emiliani meritano».
Reazioni anche da parte della sfidante di Bonaccini alle scorse elezioni regionali, la senatrice leghista Lucia Borgonzoni: «l’iscrizione nel registro degli indagati del presidente Bonaccini ed i motivi che hanno portato a ciò, sono, se verificati nei termini riportati dalla stampa, dal punto di vista politico, di una gravità assoluta. Sul piano giudiziario faranno chiarezza i giudici e le indagini; sull’aspetto politico, è inaccettabile pensare che un presidente di regione possa fare pressioni di qualsiasi tipo su un eletto e rappresentante dei cittadini, che dipende per molti atti amministrativi dai fondi e dalle decisioni della regione stessa. Ci auguriamo che tale comportamento non sia stato messo in atto con altri amministratori, perché riteniamo che chi governa ha il dovere di trattare tutti allo stesso modo, non solo chi lo appoggia o gli è più vicino. Vedremo se la condanna giudiziaria arriverà, ma quella politica c’è già ed è irrevocabile».
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