Dalla campagna invernale dei saldi giunge l’ulteriore, inutile, conferma della crisi economica italiana, con consumi delle famiglie drammaticamente calati. Secondo Confimprese la gelata dei consumi, conseguente al prolungato stato di emergenza degli orari ridotti della ristorazione, alle chiusure dei centri commerciali e alla grave situazione economico-politica, ha impattato pesantemente anche sui saldi invernali.
Nelle prime due settimane di gennaio (4-17 gennaio 2021) il Centro studi retail Confimprese rileva nelle regioni interessate dall’avvio dei saldi una contrazione media delle vendite in negozio del -32,8% vs stesso periodo 2019 a fronte dello sforzo promozionale che si attesta su uno sconto medio dei prezzi di vendita del -34%.
«Sono numeri che non si discostano dall’andamento generale delle regioni in cui i saldi non sono ancora partiti, pari al -35,3% – spiega Mario Resca, presidente Confimprese –. Il crollo maggiore, in queste regioni, si registra nel settore bellezza a -45% seguito dall’abbigliamento a -42,8%. I saldi non riescono a controbilanciare l’andamento negativo dei consumi. La speranza di recuperare nel periodo natalizio parte delle vendite perse a causa del primo confinamento, garantendo così la sopravvivenza delle nostre imprese e dei posti di lavoro, non si è purtroppo concretizzata. I saldi invernali non potranno ricompensare la perdita di 15 miliardi di ricavi nei mesi di novembre e dicembre. I magazzini sono pieni di merce che rischia di rimanere invenduta».
Con riferimento ai canali di vendita, il 70% del campione dichiara che le performance più significative si sono concentrate nei centri città, specificatamente in Lombardia e Piemonte.
Negative anche le rilevazioni sul fronte consumatori del “Termometro Innovation Team-Cerved” per Confimprese: 4 famiglie su 10 dichiarano che non faranno acquisiti durante i saldi. Anche nelle regioni dove i saldi devono ancora partire, il 36,5% prevede di non approfittare dell’occasione per fare compere. Tra coloro che hanno già approfittato dei saldi o pensano farlo a breve, il 44,7% diminuirà la spesa di circa 100 euro con uno scontrino medio di 191 euro a fronte dei 280 del 2019. Per 1 su 2 il motivo è nelle difficoltà economiche, ma 1 su 3 non è invogliato a fare acquisti nel contesto emergenziale. Aspettative di riduzione della spesa anche dove la campagna dei saldi partirà alla fine del mese per una famiglia su due.
Continua a farsi sentire l’impatto dell’emergenza sanitaria sull’economia familiare: per 2 famiglie su 3 l’impatto della crisi sul reddito si conferma negativo o drammatico, in lievissima riduzione da dicembre. Torna ad aumentare il pessimismo a proposito dei prossimi mesi (35,5%) dopo il netto miglioramento avvenuto a dicembre in seguito all’annuncio della disponibilità di un vaccino contro il Covid: più ottimisti solo il 14,9% degli italiani.
Forte la preoccupazione da qui a un anno: per 2 famiglie su 3 sarà peggiorata la condizione economica del Paese, per il 34% la propria condizione economica. In netto calo rispetto a un mese fa le speranze di un ritorno alla normalità già nel 2021: le aspettative di ripresa quest’anno scendono dal 57,8% di dicembre al 28,8% di gennaio. Per contro, il 58,6% delle famiglie posticipa al 2022 il ritorno ad abitudini pre-pandemia.
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