Locali pubblici chiusi e multe a chi apre: la protesta della Confederazione Imprese unite

Agnesini: «io non ci sto. Gli imprenditori che cercano di salvare la loro attività, salvano anche le pensioni e gli stipendi fissi! Sono eroi, non criminali!»

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locali pubblici
Il promotore dell'iniziativa #ioapro1501, il ristoratore Momi El Hawi.

Locali pubblici multati perché hanno aperto al pubblico, prefetti che li chiudono come fossero attività delinquenziali. Un vero colpo di grazia al moribondo! Il presidente nazionale della neonata categoria Confederazione Imprese Unite per l’Italia, Stefano Agnesini, prende le difese degli imprenditori e dei loro collaboratori: «sono misure inaccettabili! Stiamo andando oltre ogni logica democratica, con il rischio che non ci possa essere un ritorno. Un imprenditore che apre il proprio locale viene criminalizzato. Forse non hanno chiaro né sindaci né prefetti che la situazione sociale è bollente e non ce la si fa più a stare a guardare inermi la morte certa delle nostre imprese». 

Secondo Agnesini «noi non ci vogliamo rendere complici di questi delitti. Sì, uso una parola forte perché uccidere un’impresa è colpire al cuore la società stessa. Perché si uccide tutto quello che c’è dietro. Tutto l’indotto, le famiglie dei lavoratori, lo stesso imprenditore che purtroppo non riesce più a dare risposte ai propri dipendenti. Con la morte delle imprese, una dopo l’altra morirà l’Italia. È questo che vogliamo? Chi lo vuole? Chi apre è da sanzionare perchéfurbetto”, “ribelle” o è un imprenditore che lotta per il bene di tutto il piccolo o grande mondo che ogni impresa nutre! Questo fa di lui un eroe non un “furbetto”! Come non ribellarsi a un assassinio di massa? Il capo della Polizia Gabrielli ha invitato ad un dialogo, io personalmente ho parlato con tanti prefetti in tutta Italia e la maggior parte di loro sono sensibili al tragico clima sociale che si è creato in questi mesi, capiscono lo stato di necessità delle nostre partita IVA».

Il leader della Confederazione Imprese Unite critica l’operato di certi amministratori locali: «se a certi sindaci piace fare gli sceriffi, che mandino i controlli dove si compiono davvero crimini, non certo nei locali pubblici che applicano tutte le prescrizioni necessarie al contenimento del virus. Tutti abbiamo paura di ammalarci ma, a differenza di chi vive di stipendio fisso, chi si guadagna da vivere con le proprie forze, ogni giorno, non può permettersi di rimanere inerte sul divano. E questo proprio per garantire anche le pensioni ai pensionati e i servizi essenziali a chi ha lo stipendio fisso come le stesse Forze dell’Ordine! Uniamoci tutti per salvare il nostro Paese!»

La Confederazione Imprese Unite per l’Italia è un’organizzazione sindacale che eroga servizi alle imprese e si fa promotrice di battaglie sindacali a sostegno del lavoro autonomo e degli imprenditori. Sostenitrice di #IOAPRO1501 sin da subito si è messa al fianco degli imprenditori per tutelarli e sostenerli.

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