Asse del Brennero, nel 2020 il crollo dei transiti merci non ha ricadute sull’ambiente

Contro i divieti austriaci, lettera congiunta dei ministri ai trasporti di Italia e Germania a Bruxelles.

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L'andamento del libello dell'inquinamento lungo l'Autobrennero nel 2019 e nel 2020.

Nel 2020 la crisi da Covid-19 ha portato a un drastico crollo dei transiti sull’asse del Brennero, con pesanti ripercussioni sull’economia: tuttavia, non si sono registrate ricadute sull’ambiente con un calo delle polveri sottili.

Fino a febbraio 2020 non si erano rilevate grandi differenze con gli altri anni. Rispetto all’anno precedente, il traffico merci risultava in calo a gennaio e in leggera crescita a febbraio, mentre il traffico leggero era aumentato in entrambi i mesi. Ma in marzo, con lo scoppio della crisi da Coronavirus, il quadro cambiò improvvisamente. In quel mese i Paesi europei dichiararono uno dopo l’altro lo stato d’emergenza, iniziarono a chiudere i confini e a disporre i blocchi alla circolazione. Il risultato fu una chiusura delle frontiere priva di qualsiasi coordinamento, con conseguente caos ai confini intraeuropei.

Ben presto furono chiare anche le conseguenze per l’Alto Adige: il flusso di turisti si arrestò quasi del tutto, e anche il traffico merci è risultato particolarmente critico nelle prime settimane della pandemia. Il 12 marzo, a causa della chiusura del Brennero, si formò una coda di ben 90 km sulla corsia nord dell’autostrada. 

Fu subito palese che questo groviglio di misure nazionali differenti tra loro avrebbe comportato gravi problemi ai confini tra Paesi europei e una situazione di incertezza per molte aziende di trasporto. La Commissione europea tentò già a marzo di coordinare le iniziative dei singoli Paesi per garantire un traffico merci scorrevole, ed elaborò a tal fine il concetto delle “green lanes”, le corsie preferenziali per il traffico merci. L’UE tentò così di uniformare a livello europeo le disposizioni alle frontiere e di assicurare un trasporto merci efficace, senza però riuscirci veramente, almeno fino all’inizio dell’estate.

Da allora, mentre il traffico merci si è abbastanza ripreso, restando però per il resto dell’anno sotto il livello dell’anno precedente, il traffico leggero non ha mostrato alcuna inversione di tendenza. Nei mesi estivi vi fu una lieve ripresa sull’asse del Brennero, senza però mai raggiungere neanche lontanamente il livello del 2019. Ciò emerge anche chiaramente dai dati sul traffico. Nel 2020 i picchi di transito registrati solitamente nei fine settimana tradizionali di arrivo e partenza si sono trasformati in calma piatta. In alcuni giorni il traffico leggero è crollato di oltre il 97% rispetto all’anno precedente. 

Considerato che i dati sulla mobilità sono direttamente collegati alla crescita economica, si tratta sicuramente di dati molto drammatici. Uno studio recente commissionato dalla Camera di commercio ha documentato che in Alto Adige una crescita economica dell’1 percento corrisponde a un aumento del traffico pari all’1,9%.

Il Coronavirus e il catastrofico crollo del traffico hanno conseguenze immani per l’economia, mentre sembrano non avere ricadute sull’ambiente e sui valori delle polveri sottili. Le limitazioni agli spostamenti imposte in primavera, e il conseguente calo dei movimenti su strada sono stati un’occasione unica per misurare la variazione delle polveri sottili in caso di riduzione drastica del traffico. Le misurazioni delle polveri sottili effettuate dalla provincia di Bolzano nei mesi da marzo a maggio, sia in contesti urbani che lungo l’A22, dimostrano chiaramente che l’inquinamento da polveri sottili non è calato durante il confinamento e il conseguente blocco della mobilità; infatti, il valore registrato corrispondeva a quello dell’anno precedente. Invece, per quanto concerne i dati sull’ossido di azoto (NOx), è emerso che le emissioni sono in calo da anni nonostante il crescente numero di transiti.

Intanto, per ovviare al nuovo rafforzamento dei divieti di transito ai Tir lungo il tratto austriaco dell’asse del Brennero, i ministri delle Infrastrutture e dei trasporti italiano, Paola De Micheli, e il suo omologo tedesco, Adreas Scheuer, hanno inviato una lettera congiunta al commissario europeo ai trasporti, Adina Valean, per denunciare l’introduzione di ulteriori divieti unilaterali al transito di automezzi pesanti dal primo gennaio scorso, lungo la sezione tirolese del corridoio europeo scandinavo-mediterraneo. 

Nella lettera dei ministri italiano e tedesco questi divieti vengono definiti «inappropriati e inaccettabili» e si applicano a tutti i trasporti internazionali con l’eccezione di quelli che hanno origine o destinazione in alcune aree del territorio austriaco. Nella lettera i due ministri richiamano l’attenzione della Commissione Europea sugli effetti che le ulteriori misure adottate dal Tirolo producono sul funzionamento del mercato unico, in termini di ostacolo alla libera circolazione delle merci e di distorsione della concorrenza, con conseguenze negative per le aziende del settore e in generale per l’economia continentale. 

Secondo Italia e Germania le motivazioni di carattere ambientale addotte dall’Austria non appaiono convincenti, che avrebbe agito senza coordinarsi con gli altri Paesi dell’area alpina, puntando a deviare il traffico su gomma verso Paesi e regioni limitrofi. Nella lettera viene ricordato l’impegno dell’Italia nel perseguimento degli obiettivi climatici, di contenimento delle emissioni e di sviluppo dell’intermodalità gomma-ferro. I ministri concludono chiedendo alla Commissione di intervenire urgentemente, adottando tutte le misure necessarie per assicurare il rispetto delle regole comunitarie. 

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