Le imprese alberghiere, così come il turismo in Trentino, stanno attraversando una situazione drammatica: Immacolata, Natale e Capodanno, i grandi “motori” del turismo di fine anno, sono completamente saltati con la conseguenza di un calo di fatturato delle imprese del settore alberghiero per la stagione invernale in corso pari al 30% fino ad oggi.
Per quanto riguarda l’intero 2020 (compreso il mese di dicembre) la perdita media di fatturato è stimata tra il 30 e il 40% sulla base di dati contabili elaborati dall’Asat, l’associazione degli Albergatori del Trentino. Queste stime valgono in generale aziende presenti in tutte le zone del Trentino, ma non mancano picchi che oscillano tra il 50% ed il 70% di perdita media del fatturato aziendale per le strutture ricettive collocate nelle zone lacustri del Trentino (Garda Trentino, Levico, Caldonazzo), che hanno “perso” tutta la prima parte della stagione primaverile–estiva del 2020. Analogamente soffrono perdite ingenti le aziende della ristorazione e dei pubblici esercizi. La situazione delle imprese turistiche trentine si può definire drammatica.
Dalle analisi effettuate dall’Asat sulla base dei dati ufficiali Ispat emerge che il fatturato stimato generato sul territorio trentino nel periodo compreso tra dicembre 2018 e inizio gennaio 2019 è pari a 276,7 milioni di euro, di cui 115,8 milioni relativi al fatturato del settore alberghiero ed extralberghiero. Nella stagione invernale scorsa (dicembre 2019 – gennaio 2020), l’Asat stima un fatturato totale generato in Trentino di 299 milioni di euro, di cui 125 milioni di euro legati al settore ricettivo alberghiero ed extralberghiero.
L’Asat stima, quindi, che la perdita del turismo in Trentino – ad oggi – della stagione invernale in corso (dicembre 2020 – gennaio 2021) sia compresa tra i 280 ed i 300 milioni di euro (pari alla mancata spesa dei turisti sul territorio del Trentino), con un ammanco relativo al settore ricettivo alberghiero ed extralberghiero compreso tra i 115 e i 125 milioni di euro.
«Fino ad oggi – afferma il presidente dell’Asat, Giovanni Battaiola – le imprese turistiche del nostro territorio hanno subìto questa situazione di “stasi”. Ma ora è arrivato il momento di ripartire. Il settore del turismo vuole tornare a lavorare. A lavorare in sicurezza, per garantire sicurezza ad ospiti e personale».
Battaiola sottolinea che per le imprese turistiche tenere i “motori caldi” per la ripartenza ha comunque un costo elevato. Ed è il momento di capire, ad inizio gennaio, se ci possono essere le prospettive per una riapertura o se la stagione è definitivamente da cancellare. «Da subito – dichiara il presidente dell’Asat – le imprese alberghiere necessitano di ristori economici adeguati alle perdite prodotte dalle restrizioni imposte per l’emergenza Covid-19. Ristori che devono essere parametrizzati in base alle perdite economiche reali delle aziende, e non, come oggi accade, prendere a riferimento mesi non rappresentativi della reddittività delle imprese. Servono ristori reali e consoni alla situazione emergenziale».
Un accorato appello deve essere fatto agli istituti di credito. «Le moratorie – dice il vicepresidente dell’Asat, Alberto Bertolini – sono tutt’ora vigenti e durano fino alla fine di giugno. Chiediamo che, anche dopo la fine del mese di giugno 2021, le moratorie non debbano essere approvate ma che vengano accolte in automatico. Inoltre, chiediamo alla Provincia di proseguire con garanzie del credito al 100% (e non al 90%) concedendo dilazioni più lunghe».
Gli imprenditori turistici trentini sono molto preoccupati per la forza lavoro stagionale. «Il Fondo territoriale di solidarietà – spiega Bertolini – andrebbe rifinanziato, magari proprio a partire dai 13 milioni di euro a disposizione dell’Agenzia del Lavoro. Questo consentirebbe di dare “respiro” ai lavoratori in cassa integrazione».
L’Asat lamenta nei confronti della provincia di Trento il mancato accoglimento della richiesta che, all’interno della manovra finanziaria locale, venisse tolta l’Imis per l’intero 2021 (come già accaduto per il 2020). Ma questo non è stato fatto, mentre a livello statale è stata eliminata la prima rata Imu per il 2021. Urge un analogo provvedimento anche per le nostre aziende, «che porti – specifica Battaiola – alla cancellazione dell’Imis per tutto il 2021».
E quanto alle previsioni del turismo in Trentino per l’anno appena iniziato, «senza la partenza a breve della stagione invernale c’è il rischio concretissimo – chiosa Battaiola – che l’anno 2021 sia ancora più disastroso per l’economia turistica trentina di quello appena malamente chiuso. Verrebbero messe in serissima difficoltà molte aziende della filiera del turismo, non poche portate alla chiusura con riflessi pesanti sull’occupazione e sulle stesse risorse economiche e finanziarie della Provincia».
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