Vaccinazioni nelle Rsa, Bond (FI): «il governo fa chiarezza sulla somministrazione»

Accolta a tempo di record una proposta del deputato azzurro Bellunese per accelerare l’immunizzazione tra gli ospiti anziani non autosufficienti.

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pandemia da covid-19

Il governo BisConte accoglie con insolita solerzia la sollecitazione del deputato forzista Bellunese, Dario Bond che, in un’interpellanza, aveva segnalato la necessità di accelerare le vaccinazioni nelle Rsa anti Covid-19 tra gli ospiti, specie se non autosufficienti.

«Uno sgravio di responsabilità per il personale delle case di riposo e insieme una maggiore efficacia nelle operazioni di somministrazione del vaccino agli anziani – afferma Bond -. Per fortuna di tanto in tanto il governo ascolta anche le opposizioni. In questo caso, una mia interpellanza, presentata il 31 dicembre, trova risposta in un decreto legge a favore degli ospiti delle Rsa». 

Nella sua proposta, Bond aveva chiesto d’integrare le norme della legge 22 dicembre 2017, n. 219 per permettere la somministrazione del vaccino anti-Covid agli anziani incapaci o affetti da infermità che limita la loro capacità di intendere e di volere e che, pertanto, non sono in grado – personalmente o a mezzo di soggetti legittimati – di esprimere efficacemente il loro consenso al relativo trattamento sanitario.

«C’erano due rischi concreti, visto il numero di soggetti nelle condizioni di incapacità e infermità presenti nelle case di riposo; circa 400.000 in tutta Italia e 20.000 nel solo Veneto – sottolinea Bond -. Il primo rischio era quello di non poter completare le vaccinazioni nelle Rsa, quantomeno non nei tempi previsti dall’urgenza della situazione, esponendo così gli anziani ospiti al prolungato pericolo di esposizione al Covid-19. Il secondo rischio, invece, era esporre a responsabilità civile e penale il personale delle case di riposo, eventualmente chiamati a rispondere di lesioni colpose nel caso di somministrazione del vaccino a soggetti affetti da infermità che non avevano espresso il consenso libero e informato per i trattamenti sanitari».

«Con un decreto legge emanato il 4 gennaio, il governo BisConte ha sanato una situazione di vuoto normativo e ha dato disposizioni precise sulla somministrazione del vaccino anti Covid-19 in favore dei soggetti ricoverati presso strutture sanitarie assistite, incapaci di esprimere il consenso libero e consapevole al trattamento sanitario. Il testo del decreto legge dice chiaramente che “il direttore sanitario, o, in mancanza, il responsabile medico delle residenze sanitarie assistite – Rsa e delle strutture di accoglienza aventi analoghe finalità, comunque denominate, se constata che un ospite, privo di tutore, curatore o amministratore di sostegno, non è in condizione di esprimere il consenso libero e consapevole alla somministrazione del vaccino contro il Covid-19, e accerta che tale trattamento è idoneo ad assicurare la migliore tutela della persona ricoverata, esprime in forma scritta, ai sensi dell’articolo 404 del Codice civile, nonché dell’articolo 3, commi 3 e 4, della legge 22 dicembre 2017, n. 219, il consenso alla somministrazione del trattamento e dei successivi eventuali richiami e ne dà comunicazione al dipartimento di prevenzione sanitaria competente per territorio”». 

Di qui il compiacimento del deputato Bellunese: «non posso che esprimere la mia soddisfazione per questo risultato, anche se la formulazione appare un po’ troppo burocratica visto che in caso di diniego da parte del medico o di contrasto bisogna proporre ricorso al giudice tutelare, e questo ha 48 ore per valutare la situazione intendendosi, in caso silenzio del magistrato, come comunque espresso parere favorevole al trattamento sanitario del ricoverato. Al di là di tutto, quando il governo ascolta, si possono fare buone cose per il Paese e i cittadini».

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