A Trento brutto scivolone lessicale via social di Andrea Merler sui «sudici sudisti»

La foga dell’esternazione via social gioca un brutto scherzo al candidato sindaco trombato del centro destra trentino e attuale vice presidente del Consiglio comunale. Le giustificazioni peggiori della gaffe.

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andrea merler
L'ormai ex vicepresidente del Consiglio comunale di Trento, Andrea Merler.

Quello che doveva essere l’astro nascente del centro destra trentino, già candidato sindaco a Trento e, dopo la clamorosa trombatura, assurto a vicepresidente del Consiglio comunale, il giovane avvocato Andrea Merler, esponente di un variegato mondo politico spaziante da Forza Italia a liste di estrazione civica, è stato il protagonista di un increscioso scivolone lessicale via social, dove la foga di dichiarare ha avuto la meglio sulla riflessione e portata delle parole che dovrebbero essere tipici di un legale impegnato nella stesura dell’arringa finale.

Nell’intemerata vergata a tastiera battente contro il governo BisConte colpevole (giustamente) di ignorare «la montagna e la sua economia» per rimandare al 18 gennaio (forse) la riapertura degli impianti sciistici, Andrea Merler ha visto rosso come il più classico dei tori nella corrida dinanzi alla muleta. Da lì è stato un climax sfociato in un bieco attacco di stampo tipicamente nordista, di quelli della Lega del primo Bossi, di quella che invocava l’intervento del Vesuvio per risolvere i problemi di una certa parte d’Italia. 

Nella sua esternazione, Merler dopo avere premesso che «un governo meridionalista e sudista, in salsa Pd e 5Stelle, a trazione foggio-salernitana (con cultura del debito) non potrà mai capire il valore culturale, salutistico ed economico della montagna. Se non inizia la stagione invernale non sarà un problema delle regioni del Nord, ma di questo Paese», è poi andato in crescendo: «pochi sanno quanta fatica questi territori abbiano fatto, per costruire una vita alpina quanta ruvidità, freddezza e povertà questi luoghi abbiano vissuto. Quanti investimenti – sempre onorati – siano stati fatti dalla gente di montagna, altro che reddito di garanzia». Dopo altre dotte elucubrazioni e altrettante profonde citazioni, l’affondo finale: «siamo cittadini e non sudditi di sudici sudisti». Boom!

andrea merler
La prima versione del post galeotto poi corretto.

Dinanzi alle proteste montanti come uno tsunami, il vice presidente del Consiglio comunale di Trento ha tentato di metterci una toppa, salvo che il rimedio è stato peggiore del buco da coprire Dopo avere purgato il climax finale in un più potabile «siamo cittadini, non sudditi», Merler è entrato nelle sabbie mobili delle giustificazioni, aggravando ancor più una situazione già insostenibile: l’avvocato ha spaziato da un «non sono razzista, ho tanti amici neri» per chiudere con un «ho tanti amici meridionali».

Dichiarazioni che hanno suscitato la presa di distanza della maggioranza degli esponenti del Consiglio comunale, sia di sinistra (scontata) che del centro destra, evidenziando come quest’ultimo, come già riconosciuto dopo le ripetute sconfitte delle amministrative, non abbia una classe dirigente all’altezza. 

Chi ha scelto la figura di Andrea Merler a rappresentare tutto il centro destra dovrebbe prendere il coraggio di trarre, assieme al vicepresidente del Consiglio comunale, le giuste conclusioni, visto che il personaggio era noto e conosciuto e non si può sicuramente dire di essere dinanzi ad un’improvvisa e inaspettata scoperta. 

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