Turismo invernale in fortissima crisi a rischio di chiusura molte strutture

Bond (FI): «servono indennizzi immediati per le attività. Ma con cifre vicine alla realtà delle perdite».

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Cortina e le Tofane.

Il blocco degli impianti sciistici e la chiusura degli alberghi, bar e ristoranti ha bloccato il turismo invernale nelle località di montagna con notevoli ricadute economiche negative su molte comunità che dall’arrivo dei vacanzieri giornalieri e stanziali ricavano gran parte delle risorse che servono a mandare avanti l’economia di tante piccole realtà a rischio di spopolamento.

«Le località montane si trovano in una situazione drammatica – afferma il deputato Bellunese di Forza Italia, Dario Bond -. È per questo che ho voluto presentare direttamente al presidente Conte una memoria dei danni e delle diverse criticità di fronte a cui si trovano le stazioni sciistiche, gli albergatori, i ristoratori e tutte le attività economiche legate al turismo invernale». Comprese quelle trasversali ai vari settori che con il meccanismo dei ristori legati ai codici Ateco sono stati di fatto esclusi.

Per Bond «la situazione economica della montagna è a forte rischio. Gli impianti di risalita sono di fatto chiusi, così come alberghi, bar e ristoranti. In queste condizioni non possiamo pensare a semplici ristori: qua servono indennizzi. Il danno è evidente e mette in discussione anche il proseguo della stagione invernale e mette a rischio anche quella estiva. Anche perché a tutt’oggi non c’è la certezza di poter aprire dopo il 7 gennaio. E questo crea un problema enorme per le località turistiche, condizionando pesantemente anche gli investimenti per le stagioni a venire». 

Bond denuncia anche «la concorrenza sleale di altre zone europee» per cui «è necessario che il governo indennizzi le attività danneggiate dal Covid-19 e dalle chiusure, con cifre molto vicine alla realtà del danno».

Se la stagione invernale non decolla al più presto, per la montagna, specie per quella delle realtà minori, il rischio è molto grosso: «ricordiamoci che la stagione invernale è quella che tiene in piedi l’economia della montagna – sottolinea Bond – e se l’inverno va male poi le imprese non hanno sufficienti risorse per proseguire nell’anno».

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