Anche nel 2019 il carico fiscale sulla motorizzazione supera i 76 miliardi di euro

Per il 2020, in base agli effetti della pandemia, si stima una riduzione del 14%, pari a 11 miliardi di gettito in meno. Pressoché stabile, nel 2019, anche la quota sul totale delle entrate tributarie nazionali – che passa dal 15,8% al 15,9% per effetto di un lieve calo di queste ultime (-0,3%) – e sul PIL, al 4,3% contro una media europea del 3,1%.

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carico fiscale sulla motorizzazione

Nel 2019 il carico fiscale sulla motorizzazione italiana rimane allineato al valore del 2018: 76,3 miliardi di Euro (+0,0%). Pressoché stabile anche la quota percentuale del gettito proveniente dal settore automotive sul totale delle entrate tributarie nazionali calcolate secondo il criterio di cassa, che passa dal 15,8% al 15,9% per effetto di un lieve decremento di queste ultime (-0,3%) rispetto al 2018 – dinamica che riflette una diminuzione delle imposte dirette (-0,8%) e un aumento di quelle indirette (+0,3%), basate sui consumi. 

«Anche nel 2019 il settore automotive genera un gettito fiscale decisamente elevato, confermandosi a 76,3 miliardi di Euro – commenta Paolo Scudieri, presidente di ANFIA -. Nonostante il mercato auto abbia registrato nel 2019 una crescita praticamente impercettibile sia nel segmento del nuovo (+0,3%), che nel segmento dell’usato (+0,5%), gli introiti derivanti dall’acquisto degli autoveicoli IVA e IPT sono risultati entrambi in crescita dell’1,8% sul 2018, anche per via di un aumento del prezzo finale di vendita medio delle vetture nuove (+2,4%) e del valore medio dell’usato (+2,2%) nell’anno 2019, a fronte di un maggior contenuto tecnologico e standard di sicurezza sempre più elevati». carico fiscale sulla motorizzazione

Per Scudieri il carico fiscale sulla motorizzazione italiana è eccessiva in confronto con gli altri paesi europei: «la percentuale del gettito fiscale derivante dal comparto sul PIL si conferma al 4,3%, la più alta tra i maggiori Paesi europei, la cui media è attorno al 3.1%. Dei tre momenti impositivi del ciclo di vita contributivo degli autoveicoli, è ancora una volta quello relativo all’utilizzo a pesare maggiormente sul totale delle entrate tributarie derivanti dal settore, di cui rappresenta il 78,5% superando i 60 miliardi di Euro (-0,2% rispetto al 2018). Concorrono a realizzare una cifra così elevata voci di prelievo fiscale come quelle relative ai carburanti (36,33 miliardi di Euro) e all’IVA su manutenzione e riparazione, acquisto ricambi, accessori e pneumatici (11,15 miliardi di Euro, in aumento dell’1,9%). Al secondo posto si posiziona il gettito derivante dall’acquisto (versamento IVA e IPT), pari al 12,6% del totale, per un ammontare di 9,63 miliardi di Euro, in rialzo dell’1,8% rispetto al 2018, (quando risultava in crescita appena dello 0,7%). Il gettito derivante dal possesso detiene una quota sul totale dell’8,8% e vale 6,75 miliardi (-0,7% rispetto al 2018), pari al totale dei versamenti del bollo auto».carico fiscale sulla motorizzazione

«Guardando al 2020, è innegabile che gli effetti della crisi Covid-19 su un settore che dà un contributo così importante alle casse dello Stato, si ripercuoteranno anche sulle entrate di quest’ultimo – sottolinea Scudieri -. Considerando che nei primi 11 mesi del 2020 sono state immatricolate circa 515.000 vetture nuove in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 (-29%) – un calo analogo si è registrato anche per il mercato dell’usato – e che il gettito IVA derivante dagli acquisti, da solo, vale nel 2019 7,76 miliardi, si prevede che nel 2020 possa scendere a circa 6 miliardi. Senza contare che anche le voci di prelievo relative all’utilizzo degli autoveicoli subiranno una flessione a causa dei limiti imposti alla mobilità durante il primo confinamento e nelle successive fasi dei provvedimenti restrittivi a zone». 

Il presidente dell’Anfia riflette anche sulla legge finanziaria 2021 in discussione alla Camera (e che sarà, come l’anno scorso) discussa e approvata di fatto da solo un ramo del Parlamento, con l’altro costretto dai tempi solo ad una mera ripetizione del voto di fiducia a scatola chiusa. È fondamentale che il Parlamento confermi le misure di stimolo alla domanda in quanto leva fondamentale per la ripresa del mercato ed assicurare immediati benefici ambientali ed occupazionali per l’intera filiera produttiva italiana». 

A questo link è disponibile l’analisi di dettaglio realizzata da Anfia.

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