III trimestre 2020, forte ripresa dell’export trainato dal NordEst

Secondo l’Istat il contributo della manifattura del territorio è stato del 30,3%, seconda solo a quella del Centro. 

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forte ripresa dell'export

Nel III trimestre 2020 forte ripresa dell’export congiunturale, diffusa a livello territoriale a cui contribuiscono maggiormente (per oltre due terzi) le ripartizioni del Nord Italia con il NordEst in testa. Su base annua, la flessione delle esportazioni si riduce per tutte le ripartizioni. 

Secondo l’Istat, nei primi nove mesi del 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, la contrazione dell’export è ampia e interessa quasi tutte le regioni italiane. A fornire i contributi negativi maggiori sono le grandi regioni del NordLombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna – che registrano decise riduzioni delle vendite verso i principali mercati di destinazione dei prodotti italiani, quali Germania, Francia e Stati Uniti. La Lombardia, da sola, spiega un terzo della flessione tendenziale dell’export italiano nei primi nove mesi dell’anno.

Entrando nel dettaglio della rilevazione Istat, nel III trimestre 2020, si stima una forte ripresa dell’export per tutte le ripartizioni territoriali: +34,3% per il Centro, +33,4% per il NordEst, +30,3% per il NordOvest e +27,0% per il Sud.

Nel periodo gennaio-settembre 2020, l’export registra una diminuzione su base annua marcata e diffusa a livello territoriale: rispetto alla media nazionale, è più ampia per le Isole (-28,2%) e, in misura minore, per il NordOvest (-14,0%), più contenuta per il Centro (-11,8%), il NordEst (-10,4%) e il Sud (-10,1%). 

Nei primi nove mesi dell’anno, la flessione tendenziale dell’export interessa quasi tutte le regioni ed è più accentuata per Sardegna (-39,9%), Valle d’Aosta (-24,5%), Sicilia (-21,4%) e Basilicata (-21,3%). Le performance negative di quattro regioni – Piemonte (-17,6%), Lombardia (-13,4%), Veneto (-11,0%) ed Emilia Romagna (-10,6%) – spiegano oltre i due terzi del calo su base annua dell’export nazionale. Solo Molise (+31,4%) e Liguria (+1,1%) registrano, nel confronto con i primi nove mesi del 2019, un aumento delle esportazioni.  

Nello stesso periodo, la riduzione delle vendite di macchinari e apparecchi da Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte, di metalli di base e prodotti in metallo dalla Lombardia e di articoli in pelle, escluso abbigliamento e simili, dalla Toscana contribuisce per 3 punti percentuali al calo tendenziale dell’export nazionale. Per contro, l’aumento delle esportazioni di metalli di base e prodotti in metallo da Toscana e Lazio e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Toscana, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Marche contrasta per 1,4 punti la flessione dell’export. 

Nei primi nove mesi del 2020, i contributi maggiori alla diminuzione su base annua delle esportazioni nazionali derivano dal calo delle vendite di Piemonte (-16,2%) e Lombardia (-14,3%) verso la Germania, di Piemonte (-17,8%), Lombardia (-15,3%) ed Emilia Romagna (-12,5%) verso la Francia e di Lazio (-34,0%), Piemonte (-22,6%) ed Emilia Romagna (-13,5%) verso gli Stati Uniti. 

L’analisi provinciale dell’export mostra performance negative per la maggior parte delle province italiane: le peggiori interessano Milano, Torino, Firenze, Bergamo, Brescia, Cagliari e Vicenza. Tra le performance positive, le migliori si registrano per Arezzo, Gorizia e Rovigo.

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