Ancora un esempio di come il reddito di cittadinanza voluto fortissimamente dal M5s si sia trasformato da aiuto per superare le difficoltà economiche in ladrocinio, truffa e perfino finanziamento al terrorismo internazionale.
Due tunisini residenti a Ferrara dagli anni Novanta hanno incassato indebitamente il reddito di cittadinanza per avere dichiarato false posizioni reddituali e lavorative, trasferendo con più versamenti tramite un “money transfer” locale circa mille euro a un “foreign fighter” islamico, un 30enne localizzato in Tunisia, iscritto nelle liste anti-terrorismo del Belgio.
Il fatto è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Bologna che, con il coordinamento della Procura distrettuale, dopo una segnalazione partita da Bruxelles, contando anche sugli strumenti di cooperazione internazionale garantiti da Europol attraverso il “Terrorism finance traking program”, ha analizzato flussi di denaro e operazioni bancarie che hanno portato fino ai due tunisini residenti a Ferrara, entrambi senza precedenti di polizia, che sono stati denunciati. Da una prima stima delle Fiamme gialle, i due tunisini avrebbero percepito un reddito di cittadinanza complessivo per un importo di circa 12.000 euro.
Le indagini a tutto campo, coordinate dal pubblico ministero Antonello Gustapane, chiariranno se con quel denaro i due tunisini abbiano finanziato il terrorismo islamico e se, oltre ai mille euro accertati e spediti, siano state inviate nel tempo anche altre somme di denaro, eventualmente inviate senza usare il canale dei “money transfer”. Fondamentale sarà l’analisi dei profili social dei due denunciati, per chiarire che tipo di legame avessero con il fondamentalismo islamico, degli cellulari, degli altri dispositivi e dei materiali che i militari del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno rinvenuto durante una perquisizione domiciliare.
Il più giovane dei due, in base alla ricostruzione degli investigatori, alloggiava in subaffitto, versando anche un canone mensile, nell’abitazione popolare che era stata assegnata, nel 2011, al tunisino più anziano che, tra il 2015-2016, aveva lasciato l’Italia per raggiungere la Francia dove, come rivelato da alcune buste paga recuperate dalle Fiamme gialle, avrebbe lavorato in alcuni cantieri edili.
In base alla documentazione presentata per ottenere l’erogazione del reddito di cittadinanza, entrambi risultavano senza lavoro e residenti nella città estense, anche se il più giovane aveva svolto a Ferrara qualche lavoro saltuario percependo, secondo gli accertamenti, compensi in nero, oltre ad aver dichiarato di avere alcuni figli a carico, residenti con lui, che però non avrebbero mai varcato il confine tunisino.
I due sono stati anche denunciati per invasione di edifici perché occupanti l’alloggio popolare non avendone più il titolo.
Immediata la reazione della politica. «Nelle ore in cui la Camera lavora per smantellare i decreti Sicurezza, umiliando l’Italia che attende risposte su emergenza sanitaria ed economica, due tunisini vengono accusati di usare il reddito di cittadinanza per finanziare il terrorismo internazionale grazie al servizio di “money transfer” – tuona l’ex ministro all’Interno e leader della Lega, Matteo Salvini -. Questo governo mette in pericolo l’Italia e, come dimostra anche il caso del killer di Nizza, tutta Europa. Il Paese merita di più e di meglio».
«L’improduttivo reddito di cittadinanza – provvedimento bandiera dei 5 Stelle e sostenuto dal Pd – dopo essere stato erogato a pregiudicati e mafiosi scopriamo che è andato a beneficio anche di terroristi islamici – chiosa Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi -. Dodicimila euro a due cittadini tunisini, denunciati dalla Guardia di finanza di Bologna, che sarebbero responsabili di aver finanziato un pericoloso “foreign fighter” islamico iscritto nelle liste antiterrorismo del Belgio e localizzato in Tunisia. Caro premier Conte, lo aboliamo il RdC, oppure lo estendiamo anche ai nuovi clandestini che arriveranno in Italia grazie a questo Dl sicurezza che favorisce l’immigrazione irregolare?»
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