Dal rapporto “Ecosistema Urbano 2020” realizzato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24Ore emerge un’Italia a due velocità che da un lato (quasi tutta al Nord e al NordEst in particolare) corre veloce in chiave sostenibile con nuove scelte urbanistiche, servizi di mobilità, attenzione alle fonti rinnovabili, progressiva restituzione di vie e piazze ai cittadini, e crescita degli spazi naturali, mentre dall’altra (al Centro-Sud) è più statica con un andamento troppo lento nelle performance ambientali soprattutto sul fronte smog, trasporti, raccolta differenziata e gestione idrica.
“Ecosistema Urbano 2020” fotografa i risultati ambientali dei capoluoghi italiani e in testa alla classifica vede anche quest’anno Trento, Mantova e Pordenone, anche se i dati comunali sono relativi al 2019, quindi in un contesto pre-pandemia. In fondo alla graduatoria Pescara (102esima), Palermo (103esima) e Vibo Valentia (104esima). Fuori dal podio Bolzano (4), Reggio Emilia (5), Belluno (6) e Parma (7), mentre Treviso è undicesima e Rimini quattordicesima. Lieve calo per Bologna 16esima (lo scorso anno era 13esima) e Venezia 27esima (lo scorso anno era 16esima) che si piazza dopo Udine, mentre Trieste si piazza 40°. Male Modena (61), Verona (70) e Rovigo (78).
In generale il rapporto sottolinea come i grandi centri facciano fatica a dare risposte alle criticità. A confermarlo i numeri sempre più elevati delle concentrazioni di biossido di azoto o dei giorni di superamento dei limiti dell’ozono a Torino, il crescente numero di auto circolanti per Torino e Roma (Torino a 64 auto ogni 100 abitanti, Roma a 62) e l’immobilismo nei numeri del trasporto pubblico ancora a Roma.
Altro dato interessante che emerge dal rapporto è la propensione al cambiamento in ambiti specifici che caratterizza qua e là anche centri urbani che non sempre occupano posizioni di vertice in graduatoria come Ferrara insieme a Pordenone e Mantova per la gestione dei rifiuti, Treviso che depura tutti i suoi reflui come Bolzano e contiene lo spreco di acqua come Pordenone e Trento. C’è poi chi mette al centro del proprio agire l’aumento dello spazio urbano dedicato alle bici come Reggio Emilia o Mantova.
«L’Europa ha destinato al nostro Paese 209 miliardi di euro, una cifra molto importante che non potrà non riguardare le aree urbane, utili anche per il raggiungimento degli obiettivi Onu sullo sviluppo sostenibile al 2030. È qui infatti che si gioca una partita fondamentale per fronteggiare le tre crisi attuali – l’emergenza sanitaria, economica e climatica – e per vincere la sfida della modernizzazione del Paese – ha commentato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -. I dati contenuti in questa edizione di “Ecosistema Urbano”, relativi al 2019 e quindi ad una situazione pre-pandemia, ne sono la testimonianza più evidente. L’Italia non può mancare questa occasione irripetibile per rendere le nostre città più moderne, sostenibili e sicure».
«Con “Ecosistema Urbano 2020” – spiega Mirko Laurenti, responsabile del rapporto – vogliamo dare un contributo alla riflessione globale sul futuro delle città, partendo dalle esperienze positive, da chi è riuscito negli anni a realizzare significative azioni e cambiamenti in chiave sostenibile. Nel nostro Paese la sfida, ora, deve essere quella di pianificare gli interventi dandogli continuità».
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