Decreto “Ristori” e le critiche di Confprofessioni: «professionisti sempre trascurati»

Stella in audizione presso le Commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato: «La pandemia non si ferma ai codici Ateco, ma colpisce indiscriminatamente tutti i settori economici, professionisti inclusi». Bitonci: «il governo BisConte non può permettersi il lusso di dimenticarsi del vasto mondo professionale».

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Non cessano le proteste contro le modalità di erogazione degli indennizzi Covid-19: ora scende in campo anche Confprofessioni nel corso di un’audizione davanti alle Commissioni riunite Bilancio e Finanze, dove è in corso l’esame del decretoRistori”.

«La nuova ondata della pandemia da Covid-19 non distingue i codici Ateco, ma colpisce indiscriminatamente tutti i settori economici – ha affermato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella -. Il decretoRistori” si ferma sulla superficie del problema, perché dietro ogni esercizio costretto a chiudere per contenere la diffusione del contagio si bloccano anche tutte le altre attività economiche connesse, a cominciare dal lavoro dei liberi professionisti che assistono le imprese. Quindi, la scelta del Governo di indennizzare solo le attività chiuse per decreto abbandona a sé stessi interi comparti produttivi che vedono crollare i loro fatturati».

Secondo Stella, «il decretoRistoririschia di aumentare le disuguaglianze economiche e le tensioni sociali che stanno emergendo di questa nuova, drammatica emergenza epidemiologica. Lavoratori autonomi e liberi professionisti restano ancora una volta esclusi da qualsiasi sostegno straordinario e sono privi di ammortizzatori sociali, tanto presso le Casse di previdenza quanto presso la Gestione separata Inps. Di fronte a questa pandemia non si può procedere secondo criteri selettivi, ma occorre strutturare un indennizzo universale a fondo perduto per tutte le attività economiche, compresi i liberi professionisti, che sia parametrato sull’effettiva contrazione del fatturato».

L’ex sottosegretario leghista al ministero dell’Economia e Finanze e commercialista padovano Massimo Bitonci condivide le doglianze di Confprofessioni e rilancia: «serve subito un cambio di direzione da parte del governo BisConte. Il vasto mondo delle professioni, ordinistiche e non, non può essere sempre dimenticato dai provvedimenti della maggioranza. Non è possibile che il lavoro autonomo sia sempre quello che paga per tutti. Lo stesso Massimo Cacciari ha ragione nell’affermare che anche nel lavoro pubblico si deve compartecipare alla crisi in atto».

Bitonci avanza una proposta di buon senso: «serve dare una copertura immediata anche a tutti i lavoratori autonomi del mondo delle professioni, erogando a tutti coloro che hanno già ricevuto le elemosine dei mesi di marzo, aprile e maggio un ristoro di almeno 4-5.000 euro ciascuno per evitare che migliaia di attività chiudano inesorabilmente per mancanza di fatturato e di spese da pagare. Io stesso, come commercialista, vedo la drammatica realtà del mondo delle professioni, con tanti professionisti del mondo dell’economia e della legalità che assistono gratis i loro clienti impossibilitati a pagare per mancanza di fatturato crollato per via delle chiusure o del rallentamento delle rispettive attività. Non serve fare differenze tra zone gialle e rosse, visto che in tutto il Paese l’attività è drammaticamente rallentata e gli incassi coprono solo in minima parte le spese fisse».

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