Cna e Confartigianato Emilia Romagna unite a difesa delle Pmi del territorio a rischio chiusura per la diffusione della pandemia da Coronavirus e dalle disposizioni contenute del Dpcm del premier Giuseppe Conte appena emanato.
Parrucchieri e barbieri resteranno aperti, non soltanto nelle aree definite “verdi” o “arancio” dal Dpcm del 3 novembre, ma anche nelle aree “rosse”, ovvero tutti quei territori (regioni, province o comuni) per cui scatterà il confinamento a causa della situazione epidemiologica.
L’inserimento dell’Emilia Romagna, al momento tra le zone “verdi”, consentirà inoltre di evitare ulteriori restrizioni al settore della ristorazione.
Nella nota dei presidenti di Cna e Confartigianato Emilia Romagna, rispettivamente Dario Costantini e Marco Granelli, «per la tutela delle imprese coinvolte nelle restrizioni imposte dagli ultimi Dpcm è preziosa l’azione di rappresentanza che stanno svolgendo le nostre Associazioni nell’approfondita analisi del decreto “Ristori” e nella proposta di emendamenti che, concretamente, possano correggere alcune gravi “zone d’ombra” che sono state rilevate: ci siamo così fatti promotori di una azione propositiva per fare in modo che ogni attività che abbia subìto le conseguenze, dirette o indirette, dei Dpcm emanati possa avere il giusto supporto da parte dello Stato».
«Riteniamo – proseguono Costantini e Granelli – in questo senso prezioso anche il sostegno con ulteriori dieci milioni di euro che la regione Emilia Romagna metterà a disposizione in tempi brevi alle imprese colpite e su cui stiamo fattivamente portando il nostro contributo ai tavoli istituzionali».
Il mondo dell’artigianato e della piccola e media impresa, sin dalle prime fasi della pandemia, ha compreso e condiviso le priorità dettate dall’emergenza sanitaria, rispondendo con spirito di servizio e con grande sacrificio alle decisioni prese dal Governo e in forte sinergia con la Regione per contenere l’emergenza.
«Siamo felici di notare quanto l’intenso lavoro svolto sia servito per evitare, oggi, nuove misure restrittive nel comparto dei servizi alla persona – commentano i presidenti di Cna e Confartigianato Emilia Romagna -: un settore che non solo partecipa in maniera determinante all’economia del Paese, ma è soprattutto essenziale per garantire il benessere, la cura della persona, e quindi la dignità dell’intera comunità. La cura di sé è il primo degli antidoti utili ad alleggerire il peso e le paure di una pandemia che ciascuno di noi, più o meno consapevolmente, porta con sé nella propria quotidianità. Il valore sociale che ha questo settore nella vita di tutti i giorni è imprescindibile».
Il settore della cura alla persona conta in Emilia Romagna 12.000 imprese (di cui quasi il 90% artigiane) che danno lavoro a oltre 23.000 addetti.
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