Tunnel del Brennero è allarme rosso per i ritardi nella costruzione in Austria

La risoluzione del contratto con l’affidatario Arge H51 per lavori da quasi un miliardo di euro apre uno scenario fosco per il termine dell’opera entro il 2028. L’appello di Platter e Kompatscher al rispetto dei tempi del cantiere.

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Sulla realizzazione del tunnel del Brennero, destinato ad essere la galleria ferroviaria più lunga al mondo con i suoi 64 km, si apre uno scenario da allarme rosso per il rispetto dei tempi di realizzazione dell’opera sul lato austriaco a seguito della risoluzione del contratto con il raggruppamento di imprese Arge H51.

Secondo una nota rilasciata da Bbt Se «nonostante le intense trattative e gli sforzi compiuti negli ultimi mesi, la Società della Galleria di Base del Brennero (Bbt Se) e l’affidatario Arge H51 (un raggruppamento composto dalle imprese Porr Bau GmbH, G. Hinteregger & Soehne Bau GmbH, Condotte S.p.A. e Itinera S.p.A.) non sono riusciti a trovare un accordo in merito alle controversie contrattuali nel lotto costruttivo H51 Pfons-Brennero, il lotto meridionale in Austria, lungo ca. 15 km» del valore di 966 milioni di euro. 

«Il definitivo rifiuto di eseguire diverse prestazioni pattuite contrattualmente e la conseguente compromissione del rapporto di fiducia ci ha costretti, purtroppo, a procedere alla risoluzione del rapporto contrattuale con l’Arge H51. Anche alla luce della prospettata risoluzione del contratto, l’Arge H51 non ha cambiato la propria posizione, scegliendo di pubblicare la propria interpretazione contrattuale – spiegano i due amministratori di Bbt Se Gilberto Cardola (per parte italiana) e Martin Gradnitzer (per parte austriaca) -. Per garantire che i lavori per la Galleria di Base del Brennero possano proseguire nel più breve tempo possibile, è stata già avviata una analisi di approfondimento sull’intero progetto al fine di addivenire il prima possibile alla nuova gara di appalto». 

Bbt Se, definendo la risoluzione del contratto «l’unica scelta possibile», si dice «fortemente amareggiata del fatto che il supporto offerto non sia stato accettato dall’Arge H51 e che ciò abbia portato a ritardi molto gravi nel lotto di costruzione Pfons-Brennero, che avrebbero potuto essere evitati se le prestazioni concordate contrattualmente fossero state eseguite». 

Bbt Se conclude la nota affermando che «continuerà a fare tutto il possibile per far avanzare il pionieristico progetto infrastrutturale della Galleria di Base del Brennero nel minor tempo possibile».

La comunicazione di Bbt Se ha fatto scattare l’allarme rosso nelle stanze dei governi del Tirolo e dell’Alto Adige, con il presidente della provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, e il capitano del Land Tirolo, Günther Platter, che in un comunicato congiunto affermano che «i lavori per il completamento del tunnel di base del Brennero devono concludersi entro questo decennio» ribadendo che «il Bbt è, e rimane, il cuore della nostra politica dei trasporti lungo il corridoio del Brennero», e che la decisione di risolvere il contratto per la realizzazione del lotto H51 Pfons-Brennero «è competenza operativa della società Bbt Se».

Allo stesso tempo, Kompatscher e Platter sottolineano che «in qualità di presidenti di Alto Adige e Tirolo ci aspettiamo chiarezza, e soprattutto una pianificazione concreta sul proseguo dei lavori. La società Bbt Se deve fare tutto il possibile per recuperare i ritardi già presenti nella realizzazione dell’opera ottimizzando tempi e modalità di lavoro: il tunnel di base del Brennero deve essere completato nella maniera più rapida ed efficiente possibile per riuscire a sgravare le popolazioni di Alto Adige e Tirolo dal peso del traffico di transito».

Una volta tanto, i problemi sull’avanzamento di un’opera pubblica accadono sul fronte austriaco, mentre su quello italiano i lavori proseguono secondo il cronoprogramma affrontando problematiche ingegneristiche molto impegnative. Ma il rischio più che fondato è che la conclusione dell’opera slitti dal 2028 al 2030 o anche oltre.

Il problema del cantiere sul lato austriaco deriva dal fatto che il consorzio di imprese guidato da Porr, una delle più grandi realtà delle costruzioni austriache quotata alla Borsa di Vienna, sta in un presunto errore nella realizzazione della copertura esterna del tunnel. Il gruppo Porr sostiene che fossero errati i presupposti tecnici presenti nel capitolato d’appalto. Da parte sua, l’amministratore delegato di Porr, Karl-Heinz Strauss ha giudicato la rescissione del contratto «un passo grave e non giustificabile». 

Si vedrà nei prossimi giorni l’esito di questa decisione che con tutta probabilità attiverà un lungo contenzioso giudiziario anche in considerazione delle cifre in gioco. Cifre che per quanto riguarda la realizzazione dei 64 km del tunnel ammontano a circa 8,384 miliardi di euro, coperti al 40% dal contributo europeo e il rimanente ripartito pariteticamente tra i governi di Italia e Austria.

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