Carne finta: l’Europa ha deciso di non decidere

Rimane tutto come prima, autorizzando l’utilizzo di nomi tipici di alimenti a base di carne animale anche per quelli a base vegetale. Bizzotto: «schiaffo al “Made in Italy”». 

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L'europarlamentare della Lega, Mara Bizzotto.

L’Europarlamento ha deciso di non decidere e salvando così il “veggieburger a base di carne finta realizzata con basi vegetali e non animali. Nessuno degli emendamenti che intendevano limitare l’uso delle denominazioni di “carne” ai soli prodotti di origine animale è stato approvato. Resta invariata la situazione attuale, con la possibilità di utilizzare termini come mortadella, salsiccia o hamburger per prodotti con ingredienti integralmente vegetali. 

«Il “No” del Parlamento Europeo agli emendamenti per fermare la “carne finta” rappresenta uno scandaloso schiaffo in faccia al “Made in Italy”, a migliaia di allevatori italiani e a tutti i consumatori che hanno il sacrosanto diritto di sapere cosa mangiano e di non essere truffati da denominazioni fraudolente. Dopo il vino senza uva e il formaggio senza latte, l’Europa, come Ponzio Pilato, ha deciso di non decidere aprendo di fatto le porte all’uso delle denominazioni di carne per prodotti di “carne finta” – sbotta l’europarlamentare della Lega, Mara Bizzotto, prima firmataria di un emendamento alla nuova Pac volta ad eliminare questo scandalo -. Come si può chiamare salsiccia, mortadella o hamburger un prodotto fatto in laboratorio che non ha un solo milligrammo di carne? Con la “carne falsasiamo davvero arrivati alla follia»

Per Bizzotto, relatrice ombra del dossier sull’Ocm (organizzazione comune dei mercati) al cui interno si è sviluppata la discussione sulla denominazione della carne prima di approdare al voto della Plenaria del Parlamento, «il voto di oggi è un grande regalo alle lobby industriali e alle multinazionali che in questi mesi hanno esercitato pressioni enormi su questa partita. Per noi non può esistere la carne senza carne. Porteremo avanti in ogni sede e ad ogni livello questa battaglia contro la “carne finta” e a difesa del “Made in Italy”, perché si tratta di una battaglia di verità e a difesa dei nostri allevatori e di tutti i consumatori che non possono essere ingannati dalla “carne fintacommercializzata dalle multinazionali».

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